27 Gennaio 1945: i cancelli di Auschwitz furono divelti dalle truppe sovietiche.
E da allora, il mondo, per la prima volta, scoprì l’orrore e la ferocia del genocidio.
L’Onu il 1° novembre 2005, istituì la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah”, con la Risoluzione 60/7, scegliendo proprio la data del 27 gennaio.
La Germania fu il primo paese, nel 1996, a commemorare questa giornata, l’Italia lo fece nel 2000.
Il dovere di non dimenticare è il significato del Giorno della Memoria.
Conoscere quindi, per non dimenticare il periodo più buio della storia, per fare in modo che non accada mai più. Per questo, le Nazioni Unite, spingono gli Stati membri a: “sviluppare programmi educativi per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e impedire che il genocidio si ripeta”.
Uno dei grandi testimoni della Shoah è Primo Levi, scrittore e superstite dell’Olocausto, quando tornò in Italia, si impegnò a raccontare tutto quanto di più atroce vide e subì negli anni della deportazione. Ne è un esempio il libro “Se questo è un uomo”.
“Voi che siete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici;
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato…… (10 Gennaio 1946 – Primo Levi)