• Ven. Nov 15th, 2024

ALLARME PER GLI OCEANI

Gen 18, 2022

Nel 2021 le temperature dell’Oceano hanno segnato un nuovo record, raggiungendo i valori più caldi mai misurati per il sesto anno consecutivo; il Mediterraneo si conferma il bacino che si scalda più velocemente.

Lo afferma uno studio internazionale pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Sciences”, secondo cui “la variazione del contenuto termico degli oceani nel 2021 è equivalente all’energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell’anno.

Per il Mediterraneo, i dati illustrati nello studio risultano particolarmente allarmanti; in particolare le serie temporali delle temperature mostrano aumenti più intensi rispetto a quelli osservati alle medesime profondità intermedie in altre zone dell’oceano globale.

I ricercatori avvertono che il nuovo record è stato toccato nonostante nel 2021 si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña (che porta temperature fredde sugli oceani) che ha contribuito a limitare il riscaldamento nell’oceano Pacifico. L’Oceano, spiegano i ricercatori, “assorbe poco meno di un terzo della Co2 emessa dall’uomo ma il riscaldamento delle acque riduce l’efficienza di questo processo, lasciandone una percentuale maggiore in atmosfera”. Inoltre, acque degli oceani sempre più calde creano le condizioni per tempeste e uragani sempre più violenti e numerosi, abbinati a periodi di caldo esasperato in zone sempre più estese.

Tali fenomeni così estremi sono, purtroppo, destinati a diventare sempre più comuni in futuro. Monitorare le variazioni di temperatura e di Co2 serve “per giungere a un piano di mitigazione per limitare gli effetti del cambiamento climatico” afferma Simona Simoncelli dell’Ingv.

“In conseguenza del riscaldamento delle acque degli oceani, sta aumentando il volume e quindi il livello del mare con ripercussioni drammatiche ad esempio per gli atolli del Pacifico e le isole Maldive ma anche per le nostre aree costiere”. Oltre al fatto che “l’acqua più calda è meno ricca in ossigeno e influisce sulla catena alimentare, così come acqua con acidità più elevata ha effetti anche pesanti sulle forme viventi”.

“I risultati ottenuti sono la riprova che sono in atto effetti globali di ampia portata sull’ambiente e sulla società, pertanto, forte è l’invito ad intervenire per limitare in modo importante le emissioni di gas serra e allo stesso tempo ad adattarsi alle conseguenze ormai inevitabili dell’incessante riscaldamento avvenuto negli ultimi decenni”, concludono i ricercatori.

Foto di Emiliano Arano da Pexels