E’ il momento delle soluzioni, l’ora delle risposte alla crisi climatica. L’obiettivo è accelerare nella lotta contro il cambiamento climatico e mobilitare governi, cittadini e imprese a fare ciascuno la propria parte, consapevoli della situazione.
I cambiamenti climatici sono la diretta conseguenza dell’inquinamento e dell’eccessivo consumo di risorse e di energia. E sono responsabili non soltanto delle modifiche ambientali nelle zone più remote del pianeta, come i poli dove i ghiacci si vanno progressivamente sciogliendo o le zone equatoriali, dove i deserti conquistano sempre più spazio. Anche alle nostre latitudini le mutazioni climatiche hanno iniziato a produrre effetti e continueranno a farlo modificando radicalmente i territori e le produzioni agricole.
L’aumento dei fenomeni estremi su scala globale è una costante degli ultimi anni, sia in America che in Europa (Grecia, Spagna, Italia) con temperature mai registrate e incendi devastanti.
Un milione di specie sono a rischio estinzione. ” Il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è mille volte superiore a quello naturale. Stiamo bruciando la ricchezza della vita sul nostro pianeta, e a causa di incendi e deforestazione parte della foresta amazzonica emette più Co2 di quanta ne riesca ad assorbire”. L’allarme arriva dal Wwf, basti ricordare che il 75% della superficie terrestre non coperta da ghiaccio è già stata significativamente alterata, la maggior parte degli oceani è inquinata e più dell’85% delle zone umide è andata perduta. Il più importante fattore diretto alla base della perdita di biodiversità negli ultimi decenni è stato il cambiamento dell’uso dei suoli e, principalmente, la conversione di habitat primari incontaminati in sistemi agricoli.
Dalla metà del secolo scorso la biodiversità in Italia, che è il Paese europeo che presenta il più alto numero di specie (ha circa la metà di quelle vegetali e circa un terzo di quelle animali attualmente presenti in Europa) ha subito una fortissima riduzione, in particolare a causa del consumo del suolo, ricorda la ong. La conversione dei suoli, spiega il Wwf, avviene a danno soprattutto degli ecosistemi forestali, che ospitano l’80% della biodiversità terrestre: nel XXI secolo è stato perso il 10% della superficie forestale globale (circa 10 milioni di ettari l’anno).