Già oggi 3,9 milioni di persone vivono nell’impossibilità di svolgere autonomamente molte attività quotidiane e chi non è da solo riesce a compierle grazie a oltre 7 milioni di caregiver, tra familiari e badanti, che garantiscono una cura continua a integrazione dell’assistenza pubblica.
In Italia ci sono circa 3,9 milioni di persone che non sono in grado di svolgere autonomamente le semplici attività di tutti i giorni. In loro aiuto ci sono circa 7 milioni di caregiver che offrono un’integrazione all’assistenza pubblica.
A tutela degli anziani, agli inizi di quest’anno è stata approvata la Riforma dell’assistenza agli anziani, una misura significativa volta a migliorare la qualità della vita degli anziani, in particolare quelli non autosufficienti.
I punti principali della riforma:
- Prestazione universale: dal gennaio 2025 al dicembre 2026, verrà introdotta una prestazione universale sperimentale composta da una indennità di accompagnamento di 531,76 euro e un nuovo assegno di assistenza di 850 euro per un totale approssimativo di 1.380 euro al mese. Questa prestazione sarà destinata a circa 25 mila persone non autosufficienti, almeno di 80 anni di età, con un ISEE non superiore a 6 mila euro.
- Assistenza domiciliare e residenziale: gli anziani potranno scegliere tra assistenza domiciliare o residenziale, con l’obiettivo di contrastare l’isolamento e la solitudine.
- Telemedicina e Sanità preventiva: la riforma prevede anche misure per la promozione della salute e l’invecchiamento attivo, inclusa la telemedicina per supportare meglio i pazienti cronici.
- Cohousing Intergenerazionale: viene promossa la coabitazione solidale domiciliare e intergenerazionale per favorire il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive e sociali degli anziani.
- Alfabetizzazione Informatica: sono previste misure per facilitare l’accesso degli anziani alle tecnologie digitali, migliorando la qualità della vita e l’inclusione sociale.