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AUMENTANO GLI ITALIANI CHE RINUNCIANO ALLE CURE, PER MOTIVI ECONOMICI

Nov 26, 2024

Aumenta il numero di italiani che rinunciano a curarsi. Nel 2023 è stato il 7,6% della popolazione, contro il 6,3% del 2019. “La quota di quanti hanno rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (era il 2,8% cinque anni fa). Le rinunce per motivi economici riguardano il 4,2% della popolazione, quelle per scomodità del servizio l’1%”.

A lanciare il monito è il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, che durante la sua audizione sulla Manovra ha citato l’indagine dell’Istituto di statistica “Aspetti della vita quotidiana” con informazioni sulle persone che, pur avendone bisogno, hanno dovuto rinunciare a un accertamento diagnostico o a una visita specialistica.

In crescita il numero di italiani che rinunciano alle cure. Nel 2023, il 7,6% della popolazione ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a un trattamento medico, rispetto al 6,3% registrato nel 2019. La percentuale di chi ha rinunciato per le lunghe liste di attesa è salita al 4,5%, rispetto al 2,8% di cinque anni fa.

Dai calcoli presentati dall’Istat in audizione risulta poi che sono 2,4 milioni i lavoratori in più che nel 2025 beneficeranno del nuovo taglio del cuneo previsto dalla Manovra nella forma di bonus fino a 20mila euro e di detrazione da 20mila a 40mila euro.

Complessivamente i beneficiari saranno 17,4 milioni. E’ quanto emerge dai calcoli presentati dall’Istat in audizione alle commissioni Bilancio. Nel dettaglio, i nuovi beneficiari saranno 2,9 milioni e riceveranno un beneficio medio di 576 euro l’anno.

Scendendo nel dettaglio, per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo, al netto della prima casa, non oltre i 20mila euro, il taglio porta un beneficio annuo di 544 euro: la misura interessa 7 milioni di persone per una spesa complessiva di 3,8 miliardi.

Per i redditi oltre i 20mila euro e sotto i 40mila il taglio viene realizzato con un’ulteriore detrazione, rapportata al periodo di lavoro, pari a mille euro se il reddito è sotto i 32mila euro, mentre sopra si applica un meccanismo che riduce gradualmente la detrazione fino ad azzerarla a partire dai 40mila euro.