Varietà
Tra le varietà più conosciute della barbabietola c’è quella nera piatta egiziana, caratterizzata da un colore molto scuro, la Detroit, molto diffusa negli Stati Uniti, e la tonda di Chioggia, originaria del nord Italia e nota perché presenta, una volta tagliata, anelli bianchi e rossi. La più utilizzata nelle cucine del nostro Paese, è la barbabietola (detta anche rapa) rossa.
Quando si trova al supermercato e in cucina?
Le varietà invernali abbondano tra novembre e febbraio; poco diffuse in Italia le varietà estive che maturano alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno.
Com’è la pianta?
La sua radice è fittonante, grossa, carnosa, di colore grigiastro. Il fusto è corto ed eretto. Le foglie della parte apicale sono picciolate, cuoriformi alla base, disposte in rosette e di colore verde più o meno intenso.
Dove cresce?
È nativa dell’Europa meridionale, dove cresce spontanea nella regione del mediterraneo, ma si coltiva in tutte le zone temperate del mondo. Le rape rosse necessitano di un terreno ben lavorato, ricco di sostanze organiche. La distanza tra le piante deve essere di circa 30 cm, per permettere un corretto sviluppo. Durante la crescita, è importante mantenere il terreno umido e procedere con concimazioni periodiche. La raccolta avviene quando le radici raggiungono il diametro desiderato, generalmente tra i 5 e i 10 cm.
Che gusto ha?
Si possono mangiare sia le foglie che la radice della barbabietola. Indubbiamente la barbabietola rossa ha un sapore un po’ particolare, dolciastro, che può non convincere alcuni palati e ne fa un ortaggio un po’ sottovalutato in cucina. Ma, proprio perché è un alimento ricchi di ottimi principi nutritivi, come abbiamo visto prima, che dovremmo imparare ad utilizzarlo un po’ di più. Il segreto sta negli abbinamenti e nella curiosità per la sperimentazione.
Quali sono le sue proprietà nutritive?
Tra gli elementi contenuti nella rapa rossa troviamo una buona quantità di ferro, calcio, potassio, fosforo e sodio. Tutta una serie di sostanze che la rendono un ottimo alleato nel combattere condizioni patologiche come l’anemia. I suoi microelementi, infatti, rivitalizzano i globuli rossi e riequilibrano i livelli di ferro nel sangue. Per migliorare l’assorbimento di ferro, è consigliabile mangiare la barbabietola con il succo di mezzo limone.
Il punto di forza di questo tubero è costituito dalle vitamine che apporta al corpo umano (B1, B2, B3 e vitamina C). Un mix di vantaggi che ne determinano proprietà depurative e rinfrescanti, remineralizzanti e digestive. Non solo: la sua composizione è un efficace rimedio per la stanchezza.
Esistono però alcuni casi in cui la barbabietola rossa risulta sconsigliata: come abbiamo accennato prima, hanno un sapore dolciastro. Questo perché sono molto zuccherine: chi soffre di patologie come il diabete, o di problemi di glicemia, dovrebbe evitare di consumarle troppo spesso.
Curiosità
La barbabietola fa la sua comparsa già nel mondo greco. Teofrasto ne parla col nome di τεῦτλον (tèutlon). A Roma ne parlano Plinio il Vecchio e Columella. La barbabietola, infatti, veniva usata non solo come cibo, ma anche come medicinale.
Già nel XV secolo era assai diffusa la sua coltivazione, soprattutto nei monasteri. Inizialmente veniva coltivata per le sue foglie, in seguito si diffuse anche il consumo della radice (specialmente la variante rossa).
Per saperne ancora di più
Ai giorni nostri, la barbabietola è considerata un tubero molto antico, ma soprattutto molto coltivato e si stima che vengono ricavate più di 120 milioni di tonnellate ogni anno solo in Europa.