Il carciofo (Cynara cardunculus) è una pianta erbacea perenne alta fino 1,5 metri e fa parte della famiglia delle Asteraceae.
Questa pianta è originaria delle regioni mediterranee e se ne trova traccia nelle prime coltivazioni risalenti all’antico Egitto e alla Grecia. E sono proprio i greci ad apprezzarlo in particolar modo, sia come alimento, sia come rimedio medicinale.
L’Italia è uno dei principali produttori al mondo di carciofi.
Tra le preparazioni più note nel nostro Paese e nel resto del mondo c’è quella dei Carciofi alla giudia, ricetta nata dall’incontro tra la cucina romana e la tradizione della comunità ebraica. In questa ricetta i carciofi (qualità cimaroli o mammole), vengono mondati e spuntati, fritti nell’olio con aggiunta di sale e pepe. Una volta cotti, le foglie vengono schiacciate e aperte.
Ma vediamo insieme quali sono i benefici di questo ortaggio, noto per il suo sapore unico e la versatilità in cucina.
Oltre ad essere ricco di fibre, al carciofo sono attribuite proprietà diuretiche, depurative, ipocolesterolizzanti. E’ un aiuto in caso di obesità, protegge e depura il fegato, ha proprietà digestive.
In Italia ci sono 22 varietà di carciofi tra cui scegliere, ma tra quelli più venduti ci sono:
- Il carciofo spinoso di Sardegna Dop;
- Il carciofo violetto di Chioggia;
- Il carciofo romanesco del Lazio Igp (detto anche mammola, cimarolo o romano).
Questo ortaggio ha diversi momenti di raccolta e di semina in base alla varietà e alla tipologia.
In linea generale, il carciofo ha un ciclo produttivo che comprende un arco da 20 a 220 giorni. Con un massimo di 15-20 raccolte l’anno. Il momento giusto per la raccolta è quando lo stelo si è notevolmente allungato, i capolini hanno raggiunto le dimensioni tipiche e le foglie sono ben chiuse.