Via libera dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’energia del Parlamento Europeo alla proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici. Rientra nel pacchetto Fit for 55, con la quale la UE persegue l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Ciò significa che:
entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica di tipo E; mentre entro il 2033 la classe di prestazione energetica dovrà essere di tipo D.
La classe energetica degli edifici è un indicatore che consente di comprendere quali sono i consumi energetici delle abitazioni. La classe A4 è la più performante, la classe G quella che lo è meno di tutte.
Ma cosa significa classe energetica E e D?
CLASSE E
Un’abitazione in classe energetica E ha un consumo energetico superiore a 120 Kwh/mq all’anno.
CLASSE D
Per la Classe D, invece, il consumo energetico è superiore a 90 Kwh/mq all’anno.
Passando da una classe E ad una classe D, si dovrebbe raggiungere una diminuzione di consumo di circa il 25%.
La maggior parte degli immobili presenti oggi in Italia, possiede una classe energetica E, che non corrisponde a valori energetici efficienti. Le abitazioni di classe D, invece, hanno prestazioni energetiche migliori perché dispongono di un isolamento termico dovuto a muri esterni ispessiti e una coibentazione del tetto migliore.
La direttiva “Case Green”, è voluta dall’Unione Europea per incoraggiare i proprietari degli edifici a ristrutturarli e per quanto riguarda le nuove costruzioni, erigerle ad alta efficienza energetica.
Unico obiettivo: ridurre i consumi energetici e così anche le emissioni di CO2 ed effetto serra, per giungere alla neutralità climatica entro il 2050, che consiste nel raggiungere emissioni nette di CO2 e gas serra (o altre emissioni nocive di origine antropica) pari a zero.
Le polemiche e le richieste di abolire la direttiva della UE non sono poche: i proprietari delle abitazioni dovranno fare i conti con i costi delle ristrutturazioni e gli affittuari con un aumento significativo della rata mensile.
Ci sono alcuni edifici che sono però esonerati dalla Direttiva europea e sono:
- gli edifici dei centri storici,
- gli edifici vincolati dai Beni Culturali e quelli che, a causa dei lavori, potrebbero subire una diminuzione del valore architettonico.
- le seconde case
- i fabbricati indipendenti con una superficie fino a 50 metri quadrati.