La crisi energetica ha profonde implicazioni non solo economiche ma anche sociali, perché mette a rischio la stessa sicurezza alimentare delle famiglie.
Occorre affrontare questa difficile congiuntura da una prospettiva allargata, comprendendo che difendere la sopravvivenza delle aziende agricole significa anche tutelare milioni di italiani e il cibo che arriva sulle loro tavole.
Il caro energia sospinto dalla guerra e dalle speculazioni finanziarie, insieme alle conseguenze della siccità, ha provocato un’emergenza straordinaria che richiede misure speciali.
Si stima che il 13% delle aziende agricole sia a un passo dal chiudere i battenti. Gli aumenti dei costi in agricoltura non sono più sostenibili: si va dal +170 registrato dai concimi al + 129% del gasolio.
Il Governo ancora in carica deve intervenire subito senza esitazioni per non condannare migliaia di realtà al fallimento.
L’esecutivo deve agire con fermezza per porre fine a ogni tipo di speculazione sui mercati dell’energia e dell’agroalimentare, con l’obiettivo di ridurre in modo drastico i costi di produzione e i prezzi al dettaglio.
Senza un’azione di questo tipo eventuali aiuti pubblici rischiano di apportare benefici di scarsa entità e di breve durata.
È indispensabile intervenire adesso sulle cause prime degli incrementi, per poi fornire alle realtà imprenditoriali risorse aggiuntive che permettano a queste ultime di approdare in acque più tranquille.