Un fenomeno da contrastare
Rischiamo una reazione a catena. Dopo Gkn e Whirpool, Gianetti Ruote anche Timken, multinazionale americana produttrice di cuscinetti ingegnerizzanti e altri prodotti per la trasmissione di potenza, ha appena annunciato che bloccherà la produzione in Italia, mettendo a rischio più di 100 posti di lavoro. Questa società, leader nel settore dell’automotive, collabora con colossi come la Nasa, ma anche con aziende che si occupano di trasporti e altre società produttrici di energie rinnovabili. In Italia ha sede a Brescia, ma è presente in tutto il mondo, dando lavoro a circa 17.000 dipendenti. Timken ha dichiarato che la chiusura della sede italiana è stata una scelta difficile, ma cercherà in tutti i modi di garantire supporto ai lavoratori coinvolti mediante la possibilità di fare domanda in altri stabilimenti del gruppo.
Nel frattempo i dipendenti hanno iniziato uno sciopero per protestare contro la scelta improvvisa della multinazionale. Dopo lo sblocco dei licenziamenti molte imprese imponenti stanno man mano chiudendo le loro strutture in Italia, nonostante i fatturati alle stelle: nel 2020 Timken ha registrato vendite per 3,5 miliardi di dollari , cifre che non fanno di certo pensare ad una crisi finanziaria. Ma nonostante ciò questi colossi imprenditoriali non esitano a lasciare senza lavoro molte famiglie, talvolta liquidandole anche con una semplice email.Quello che sta accadendo dovrebbe farci riflettere sull’incapacità dell’Italia di essere competitiva nel settore del lavoro e delle industrie: i costi aziendali sono considerevoli, troppo considerevoli, così come il costo del lavoro, arrivato ormai ai massimi storici, non rendendo il bel paese accattivante agli occhi dei grandi imprenditori, che preferiscono edificare ed investire in luoghi meno carestosi. Allo stesso tempo è diventato indispensabile contrastare in tutte le sedi comunitarie ed internazionali il fenomeno della delocalizzazione.
Non è possibile accettare che si sfrutti e si depauperi il territorio di un paese come il nostro fino a quando è conveniente. In molti casi queste grosse imprese ricevono anche fondi di sostegno dallo stato.Bisogna rendere l’Italia un paese più appetibile ed invitante a livello economico, per evitare che tali spiacevoli eventi si verifichino così frequentemente; in tal modo, oltre ad accrescere l’occupazione, tuteleremmo anche i nostri lavoratori, che troppo spesso si trovano a dover affrontare le chiusure ed i conseguenti licenziamenti da parte delle multinazionali estere.