World diabetes day; sugar in wooden bowl on dark background

Quando pensiamo ai dolcificanti, spesso li associamo a qualcosa di “più sano” dello zucchero, magari perché non contengono calorie o perché sono consigliati nelle diete. Ma la realtà è più sfumata, e vale la pena esplorarla con attenzione.

Lo zucchero tradizionale, quello bianco raffinato, è il più comune. È dolce, familiare, e presente in tantissimi alimenti. Ma è anche il più criticato: ha un alto indice glicemico, può favorire l’aumento di peso, contribuire allo sviluppo del diabete tipo 2 e danneggiare i denti. Per questo, molte persone cercano alternative.

Entrano in scena i dolcificanti naturali come il miele, lo sciroppo d’agave, la stevia. Il miele, ad esempio, è ricco di antiossidanti e ha un sapore profondo, ma è comunque zucchero, e va usato con moderazione. La stevia, invece, è una pianta dal potere dolcificante altissimo e praticamente priva di calorie: sembra perfetta, ma a qualcuno può dare un retrogusto amaro o causare disturbi intestinali se assunta in grandi quantità.

Poi ci sono i dolcificanti artificiali, come l’aspartame, il sucralosio, la saccarina. Questi sono spesso centinaia di volte più dolci dello zucchero, e non contengono calorie. Sembrano ideali per chi vuole perdere peso o controllare la glicemia. Però, alcuni studi hanno sollevato dubbi: si parla di possibili effetti sul metabolismo, sul microbiota intestinale, e persino di un aumento del rischio di diabete o malattie cardiovascolari in chi li consuma regolarmente.

Vediamo di seguito i rischi dei dolcificanti artificiali secondo gli studi clinici

Alterazioni del metabolismo

  • Alcuni studi suggeriscono che dolcificanti come aspartame, sucralosio e acesulfame K possano confondere il metabolismo, portando a un aumento dell’appetito e a scelte alimentari meno sane.

2. Effetti sul microbiota intestinale

  • Il consumo regolare di dolcificanti artificiali può modificare la composizione del microbiota intestinale, influenzando la digestione e aumentando il rischio di disturbi metabolici.

3. Rischio di diabete tipo 2

  • Uno studio su oltre 36.000 persone ha mostrato un aumento del 38% del rischio di diabete tipo 2 tra chi consuma regolarmente dolcificanti artificiali, anche tenendo conto del peso corporeo.

4. Possibili effetti cardiovascolari

  • L’OMS ha sconsigliato l’uso dei dolcificanti per perdere peso, segnalando un possibile legame con malattie cardiache e mortalità precoce.

Aspartame: caso particolare

  • È uno dei dolcificanti più studiati. EFSA e FDA lo considerano sicuro a dosi normali, ma alcune ricerche continuano a indagare su possibili effetti neurologici o cancerogeni, senza conclusioni definitive.

Consigli pratici

  • Moderazione è la chiave: evitare l’uso quotidiano e massiccio.
  • Preferire dolcificanti naturali e meno processati.

Un altro aspetto interessante è il paradosso del dolce senza zucchero: il cervello percepisce il gusto dolce, ma non riceve le calorie che si aspetta. Questo può alterare il senso di sazietà e spingere a mangiare di più, vanificando l’effetto “light”.

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