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DONNE CHIRURGO: A VOLTE SOLO SULLA CARTA

Lug 4, 2022

Chirurghe sulla carta, ma spesso relegate ad attività ambulatoriali o di reparto.

Questo è lo scenario che emerge nella maggior parte degli ospedali e delle cliniche italiane.

Quando finalmente svolgono attività di sala operatoria, raramente lo fanno come primo chirurgo e il più delle volte solo nei casi più semplici.

È questa la situazione professionale delle chirurghe italiane secondo uno studio promosso da Women in Surgery Italia e pubblicato sulla rivista Updates in Surgery.

La ricerca ha coinvolto oltre 1.800 chirurghe impegnate negli ospedali italiani, ed è emerso che il 35% delle intervistate ha dovuto abbandonare in una certa misura l’attività chirurgica a favore di prestazioni ambulatoriali.

Il fenomeno è però più ampio, infatti più della metà delle chirurghe coinvolte nell’indagine dice di dedicare almeno il 50% del proprio tempo ad attività non chirurgiche, tipo i servizi ambulatoriali, anche se in realtà vorrebbe dedicarci meno tempo.

A causa del proprio genere, quindi del semplice fatto di essere donne, la maggior parte delle intervistate ha detto di essere stata trattata in modo diverso, dichiarando di essere considerate in maniera inferiore rispetto ai colleghi.

In genere, le chirurghe intervengono come primo operatore nell’8,4% dei casi ad alta complessità ma il 17% di quelli a bassa complessità.  La strada della chirurgia al momento è prerogativa maschile, per le donne il terreno è ancora impervio e tutto in salita.