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DONNE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E TRANSIZIONE DIGITALE

Nov 27, 2024

UN DIVARIO DI GENERE DA COLMARE.

La transizione digitale e il divario culturale.

La transizione ecologica e digitale sta trasformando profondamente la società e l’economia globale. Tuttavia, questo cambiamento si scontra con un problema strutturale: il livello di cultura tecnica e digitale della popolazione, soprattutto tra le donne, fatica a tenere il passo.

In Italia, la partecipazione femminile ai percorsi di istruzione avanzata nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rimane bassa: solo il 30% delle donne iscritte all’università sceglie percorsi STEM. Questo avviene nonostante la crescente domanda di competenze tecniche, soprattutto in settori come l’intelligenza artificiale, la robotica e l’automazione. In generale, solo uno studente universitario su quattro in Italia si iscrive a facoltà STEM, un dato che evidenzia un ritardo rispetto alla media europea.

Donne e Intelligenza Artificiale: un settore a forte predominanza maschile

La disparità di genere nel settore tecnologico è particolarmente evidente nell’ambito dell’intelligenza artificiale. A livello globale, solo il 15% degli esperti di intelligenza artificiale sono donne. Questo divario non è casuale, ma è il risultato di barriere culturali e sistemiche.

Secondo un rapporto dell’UNESCO, le donne affrontano pregiudizi già nella scelta degli studi superiori, con stereotipi di genere che spingono le ragazze verso discipline percepite come più “femminili”. Queste barriere si estendono nel mercato del lavoro, dove le donne incontrano ostacoli nell’accesso a posizioni di leadership e a ruoli tecnici avanzati. In Italia, il gap è accentuato dalla scarsità di politiche educative che promuovano l’inclusione femminile nelle STEM e da una cultura aziendale ancora troppo maschile.

Effetti socio-economici del divario di genere

La limitata partecipazione delle donne nel settore dell’intelligenza artificiale ha conseguenze significative, sia a livello economico che sociale.

1. Impatto sull’innovazione: La diversità nei team tecnologici favorisce l’innovazione. L’assenza di donne nei ruoli chiave limita la varietà di prospettive e la capacità di sviluppare soluzioni inclusive.

2. Disuguaglianza economica: Il settore tecnologico offre le opportunità lavorative più remunerative, ma l’esclusione delle donne contribuisce ad ampliare il divario salariale di genere.

3. Perdita di competitività: I paesi che non sfruttano appieno il potenziale femminile rischiano di perdere terreno nel panorama globale dell’innovazione.

Il confronto con l’Europa: Berlino, Parigi e Amsterdam

In altri paesi europei, come Germania, Francia e Paesi Bassi, la situazione è simile, ma emergono iniziative significative per ridurre il gap.

Berlino: La Germania ha avviato programmi di formazione tecnica specifici per le donne, come il Women in Digital Innovation supportato dal governo e dalle università.

Parigi: In Francia, il governo ha lanciato iniziative come Elles Bougent, per ispirare le giovani donne a intraprendere carriere tecniche.

Amsterdam: Nei Paesi Bassi, la collaborazione tra università e aziende promuove l’inserimento femminile nelle STEM con incentivi economici e programmi di mentorship.

Sebbene questi programmi abbiano avuto un certo successo, la percentuale di donne nel settore dell’IA rimane ancora inferiore al 20% in molti casi.

Quali soluzioni per il futuro?

Per affrontare il divario di genere nel settore dell’intelligenza artificiale e nella transizione digitale, è necessario agire su più fronti:

1. Educazione precoce: Promuovere l’interesse per le STEM tra le ragazze fin dalla scuola primaria, attraverso programmi che combattano gli stereotipi di genere.

2. Incentivi e supporto: Offrire borse di studio e incentivi fiscali per le donne che scelgono percorsi STEM.

3. Modelli di ruolo: Rafforzare la visibilità di donne leader nel settore tecnologico, per ispirare le nuove generazioni.

4. Cambiamenti culturali: Introdurre politiche aziendali che favoriscano l’equità di genere, come l’equilibrio tra vita privata e lavoro e l’eliminazione del gender bias nei processi di selezione.

5. Collaborazione pubblico-privata: Promuovere partnership tra governi, università e aziende per creare ambienti di lavoro più inclusivi.

Conclusione

La transizione digitale e l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresentano un’opportunità senza precedenti per ridefinire le dinamiche del mercato del lavoro e della società. Tuttavia, senza un intervento mirato, il divario di genere rischia di perpetuare l’esclusione delle donne da uno dei settori più cruciali del futuro. Investire nell’inclusione femminile non è solo una questione di equità, ma anche di crescita economica e innovazione. Se vogliamo una transizione digitale davvero inclusiva, è fondamentale che le donne abbiano un ruolo da protagoniste.

(Carmela Tiso)