Tutti abbiamo sentito almeno una volta parlare di “Italian Sounding”. Ma cosa significa? Per Italian Sounding si intende quell’operazione commerciale attraverso la quale denominazioni, prodotti o marchi di origine italiana vengono imitati utilizzando nomi o grafiche che ne richiamino una presunta, ma non reale, italianità.
Questi sono solo alcuni esempi di prodotti italiani contraffatti: Parmesan, Pomarola o Zottarella.
Nel mondo i nostri prodotti sono molto richiesti soprattutto in Germania e Francia (che importa decine di milioni in vino e champagne italiani), ma anche Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. Gli alimenti più importati sono: vino, caffè, cioccolato (il cioccolato italiano è molto apprezzato all’estero, quasi come quello belga), i formaggi che sono in costante aumento, nonché salumi, pane e pasta.
Purtroppo però a causa della contraffazione e dell’Italian Sounding si avvertono delle perdite economiche gravi per il nostro Paese, infatti, i falsi prodotti costano alla nostra economia più di 100 miliardi di euro mentre l’export dei prodotti autentici vale 43 miliardi di euro, questo vuol dire che due prodotti su tre venduti nel mondo sono falsi. Tutto questo si ripercuote, perfino, sulle opportunità di lavoro dei nostri italiani.
I prodotti italiani più imitati sono: il Parmigiano Reggiano, la mozzarella di bufala, il Prosecco ma anche Gorgonzola, Asiago, Pecorino e Prosciutto San Daniele. La distribuzione dei prodotti contraffatti avviene attraverso canali clandestini. Per contrastare questo fenomeno illegale, alcuni ricercatori, grazie ad una tecnologia ad infrarossi, individuano la presenza di alterazioni negli alimenti.
C’è da precisare che l’Italian Sounding si differenzia dalla contraffazione.
La contraffazione può essere legalmente sanzionata poiché imita in tutto i marchi, il logo, il design dei prodotti IGP, DOP e DOC.
L’Italian Sounding invece non può essere sanzionata perché a differenza della contraffazione evoca l’Italia mediante l’utilizzo di immagini, di nomi e di colori che ingannano il consumatore ad associare il prodotto locale a quello autentico del nostro Paese.
A pagare le conseguenze sono anche i consumatori che inconsapevolmente, ingannati da una bandiera tricolore sulla confezione o immagini che evocano comunque l’Italia, portano in tavola cibi che possono essere perfino nocivi per la salute.