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IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO TOCCA UN NUOVO RECORD

Set 18, 2023

Cresce il debito pubblico italiano e segna un nuovo record: secondo dati della Banca d’Italia, a giugno 2023 ammonta a 2.843,1 miliardi di euro.

Rispetto al mese precedente, l’indebitamento lordo delle amministrazioni pubbliche è cresciuto di 27,8 miliardi.

Il debito pubblico italiano è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni a causa della crisi economica provocata dalla pandemia di Covid-19, che ha determinato una forte contrazione del PIL (Prodotto Interno Lordo) nominale e un aumento del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche per finanziare le misure di sostegno all’economia e alla popolazione.

Inoltre, il debito pubblico italiano è esposto al rischio di cambio, in quanto una parte dei titoli di Stato è denominata in valute diverse dall’euro, come il dollaro statunitense o lo yen giapponese. Se queste valute si apprezzano rispetto all’euro, il valore del debito pubblico aumenta.

Il debito pubblico italiano rappresenta una sfida per la sostenibilità delle finanze pubbliche e per la crescita economica del Paese.

Un debito pubblico elevato limita la capacità dello Stato di effettuare investimenti pubblici e di intervenire in caso di shock economici o sociali.

Inoltre, un debito pubblico elevato richiede una maggiore pressione fiscale per garantire il pagamento degli interessi passivi e il rientro del capitale. Infine, un debito pubblico elevato può influenzare negativamente la fiducia dei mercati finanziari e dei cittadini nei confronti della solidità dello Stato e della sua moneta.

Per ridurre il debito pubblico italiano è necessario perseguire una strategia basata su tre pilastri: la crescita economica, la disciplina fiscale e le riforme strutturali. La crescita economica consente di aumentare il PIL nominale e di ridurre il rapporto debito/PIL.

La disciplina fiscale consente di contenere il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e di migliorare il saldo primario.

Le riforme strutturali consentono di aumentare la competitività dell’economia italiana e di favorire lo sviluppo di settori ad alto valore aggiunto.