In particolare parliamo delle scelte universitarie dei giovani dopo le scuole secondarie e delle loro preferenze.
Ci riferiamo allo STEM che comprende le materie di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (esclude per esempio la medicina).
La ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ribadisce che bisogna cambiare passo, anche se stanno aumentando le iscrizioni nelle materie STEM da parte delle studentesse.
La ministra rilasciando un intervista ha sottolineato che il Ministero ha già adoperato ulteriori strumenti di supporto come l’aumento del 20% del valore delle borse di studio per coloro che, avendone diritto, studiano materie scientifiche.
In Italia le materie scientifiche e i corsi di laurea ad esse collegate sono concepite da ragazze e ragazzi come più difficili.
Secondo un sondaggio condotto da Microsoft, svolto su un campione di 11.500 giovani donne in 12 paesi europei le ragazze tra gli 11-12 anni sono interessate alle materie STEM, tanto quanto i ragazzi ma, compiuti i 15-16 anni il loro interesse crolla.
Secondo uno studio condotto dall’Ocse solo il 5% delle ragazze dice di aspettare di fare carriera in informatica ed ingegneria, rispetto al 18% dei ragazzi.
Un dato preoccupante, percepito dalle giovani generazioni, è l’offerta del mondo della ricerca del lavoro.
Gran parte dell’opinione pubblica le “pseudo spiegazioni biologiche”, secondo cui le donne sarebbero meno capaci nelle materie scientifiche, quello che resta da monitorare è la possibilità di collegarsi a diversi sbocchi futuri.
Basta pensare alla fuga dei grandi cervelli italiani. Dopo aver conseguito lauree e dottorati nelle materie STEM integrate da borse di studio ed esperienze in campus universitari internazionali, questi studenti modello devono trovare un lavoro soddisfacente.
Da qui la fuga dei cervelli, partono e costruiscono la loro vita in altri paesi europei ed extra-europei.
La discriminazione tra studenti e studentesse si basa su un groviglio di barriere sociali, culturali, psicologiche, ma anche economiche.
La disparità tra i generi è diffusa in tutta Europa: le scienziate sono in numero inferiorre rispetto ai colleghi uomini, soprattutto nel contesto tecnologico.
Ma il fenomeno non si realizza solo nel campo dello STEM. La riflessione deve essere estesa anche agli altri settori della nostra cultura, alle eccellenze italiane, e si riscontrerà la stessa difficoltà delle donne di fare carriera anche nei settori umanistici.
E per concludere lo spirito di questo argomento, rileviamo inoltre come studiare storia dell’arte o archeologia è impegnativo come studiare qualsiasi altra disciplina.
Ma l’Italia, Paese che detiene il 60/70% dei beni culturali e artistici e storici del mondo, offre meno opportunità di lavoro di quelle che può trovare un laureato in economia o ingegneria.