IL PARLAMENTO UE VOTA A FAVORE
Il Parlamento europeo ha recentemente declassato lo status di protezione del lupo, passando da “strettamente protetto” a “protetto”. Questo cambiamento allinea la protezione del lupo alla Convenzione di Berna e offre agli Stati membri maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi. Tuttavia, ogni Paese può decidere di mantenere una protezione più severa a livello nazionale.
In Italia, il cambiamento dello status di protezione del lupo potrebbe avere diverse conseguenze. Attualmente, la popolazione di lupi è in crescita, con circa 3.300 esemplari distribuiti su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, la nuova classificazione potrebbe rendere più semplice l’adozione di misure di gestione, come il controllo della popolazione in aree dove i lupi entrano in conflitto con le attività umane.

Il declassamento dello status di protezione del lupo potrebbe avere importanti conseguenze per la sua conservazione. Ecco alcuni punti chiave:
- Maggiore flessibilità nella gestione: Gli Stati membri potranno adottare misure di contenimento, inclusi piani di abbattimento, per ridurre i conflitti con le attività agricole.
- Rischio per la popolazione di lupi: Alcuni esperti temono che la riduzione della protezione possa portare a un aumento della caccia e del bracconaggio, mettendo a rischio la stabilità delle popolazioni.
- Impatto sugli ecosistemi: Il lupo svolge un ruolo fondamentale nel mantenere l’equilibrio naturale, controllando le popolazioni di ungulati come cinghiali e cervi. Una diminuzione della sua presenza potrebbe alterare questi equilibri.
- Dibattito tra agricoltori e ambientalisti: Mentre il mondo agricolo vede il declassamento come una soluzione ai danni causati dai lupi agli allevamenti, le associazioni ambientaliste lo considerano un passo indietro nella tutela della biodiversità.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti: alcune associazioni ambientaliste, come il WWF, la considerano priva di basi scientifiche e temono che possa compromettere la conservazione della specie. D’altra parte, gruppi legati al mondo agricolo e venatorio vedono il declassamento come un’opportunità per ridurre i conflitti tra lupi e attività umane, in particolare l’allevamento.
Ora gli Stati membri potranno adottare misure di contenimento, inclusi piani di abbattimento in alcune circostanze. Tuttavia, ogni Paese può decidere di mantenere una protezione più rigorosa a livello nazionale
Ma c’è un altro aspetto dannoso. Gli esperti hanno dimostrato che con gli abbattimenti un branco indebolito, non più integro, o addirittura coi singoli membri separati, non è in grado di cacciare la fauna selvatica, ma si indirizza verso prede maggiormente indifese, ossia animali domestici il più delle volte privi di protezione.
Ma perché tutto si concretizzi, il Parlamento dovrà modificare la legge 157/92.