Uno dei maggiori pericoli legati alla crisi climatica riguarda lo scioglimento del permafrost, quello strato di terreno (in teoria) perennemente ghiacciato che si trova alle latitudini polari.
Il permafrost è il terreno perennemente congelato che si trova principalmente attorno alle regioni polari e al cui interno sono intrappolate grandi quantità di carbonio sotto forma anche di gas come CO2 e metano che una volta rilasciati vanno nell’atmosfera favorendo il riscaldamento del pianeta.
Il riscaldamento globale rischia di accelerare drammaticamente lo scioglimento del permafrost, un pericoloso circolo vizioso: le emissioni aumentano la temperatura, per questo il permafrost si scioglie e, nel processo, libera una quantità incredibile di gas serra. Le conseguenze? Il rilascio di miliardi di tonnellate di gas serra oltre a smottamenti, crolli e disagi che metterebbero in ginocchio le comunità e le popolazioni che vivono nelle regioni artiche.
All’interno dello strato congelato, infatti, sono intrappolate enormi riserve di gas inquinanti come anidride carbonica e metano. Pariamo di un potenziale rilascio di 1.700 miliardi di tonnellate di metano e CO2, molto più di quelli emessi in un anno da tutte le attività umane del Pianeta.
I danni sono evidenti prima di tutto per l’atmosfera e gli ecosistemi, e quindi per la nostra vita, ma una serie di studi pubblicati sulla rivista Nature, ha analizzato l’impatto della degradazione del permafrost sulle infrastrutture nelle regioni artiche, messe a rischio dallo scioglimento dello strato di ghiaccio.
Secondo la ricerca, circa il 70% delle infrastrutture esistenti nella zona del Permafrost (tra case, industrie, strade, costruzioni di vario genere) è a rischio entro il 2050, e la situazione peggiorerà con l’aggravarsi della crisi climatica. Intere comunità e popolazioni fanno affidamento su quelle infrastrutture, che giacciono sopra uno strato di ghiaccio pronto a sciogliersi e a causare smottamenti, crolli e molti altri problemi.
In termini economici, parliamo di danni da decine di miliardi di dollari per stati come Russia, Canada e anche alcune zone degli Stati Uniti. Per questo, i compilatori del progetto hanno sottolineato l’importanza, nella costruzione di nuove infrastrutture, di valutare attentamente i rischi e di applicare misure di mitigazione, e di cercare per quanto possibile di mettere in sicurezza quelle già esistenti.
La soluzione al problema, però, resta la lotta alla crisi climatica che genera il riscaldamento globale, da cui dipende lo scioglimento del Permafrost.