La salute mentale costituisce parte integrante della salute e del benessere generale. I primi anni di vita sono cruciali per la promozione della salute mentale e la prevenzione dei disturbi mentali, poiché fino al 50% delle patologie psichiatriche dell’adulto iniziano prima dei 14 anni d’età.
Nel nostro Paese, il numero di adolescenti in condizioni di disagio psicologico, che potenzialmente può sfociare in disturbo vero e proprio, rappresentano il 7-8% della popolazione giovanile.
Le patologie psichiatriche in età evolutiva determinano, quindi, un bisogno di salute emergente, per il quale è necessario instaurare azioni di prevenzione, di diagnosi e presa in carico precoce.
Con il decreto della Sottosegretaria di Stato alla Salute del 26 gennaio 2021, è stato istituito il Tavolo nazionale sulla salute mentale. Il tavolo è operante presso la Direzione Generale della prevenzione sanitaria e ha durata triennale. Il lavoro del Tavolo è organizzato per gruppi tematici tra i quali quello relativo alla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che si intende ulteriormente rinforzare per portare gli interventi in materia ad un livello integrato e di sistema.
A livello mondiale, il 48% dei problemi di salute mentale si manifesta entro i 18 anni, nonostante molti casi rimangano non individuati e non trattati, e un adolescente su sette ha un problema di salute mentale, su un totale globale di quasi un miliardo di persone.
Nell’Unione Europea i dati sull’accesso dei più piccoli ai servizi per la salute mentale sono limitati, ma le evidenze indicano che, nel 2022, per quasi la metà dei giovani adulti (tra i 18 e i 29 anni) i bisogni di assistenza non sono stati soddisfatti.
Il report dell’UNICEF sottolinea come il benessere odierno sia influenzato da nuovi elementi rispetto al passato:
- il covid-19, che ha avuto un impatto drammatico a livello di vite umane perdute e di disagio psichico, soprattutto fra i giovani;
- il cambiamento climatico, che ha effetti sull’accesso di molti ai presidi medici, in particolar modo quelli di supporto psicologico;
- la trasformazione digitale, che incide spesso negativamente sui rapporti sociali, sulla gestione della rabbia e sulla corretta divulgazione delle notizie;
- l’invecchiamento della popolazione, che porta a una riduzione dei servizi per bambini e adolescenti;
- le migrazioni, che richiedono una sempre maggiore attenzione all’integrazione e alla formazione linguistica e multiculturale del personale, specialmente in campo medico;
- l’inflazione, che continua a pesare nel budget familiare;
- la guerra in Ucraina, che ha portato molti bambini a trasferirsi in paesi europei più sicuri, con conseguenze evidenti sulla salute mentale sia dei minori che degli operatori sanitari.
L’interesse per questa tematica ha toccato da vicino anche alcune regioni, la Regione Lazio, ad esempio, ha rappresentato la prima regione in Italia ad attivare un aiuto in più a giovani e famiglie per contrastare gli effetti del covid a livello psicologico e psichico con il potenziamento degli “Sportelli Ascolto”, grazie ad un finanziamento di 10,9 milioni di euro del Fondo FSE+ 2021-2027.
La Regione introduce una serie di azioni che saranno realizzate nei prossimi tre anni (2022-2025), per rispondere alle problematiche delle ragazze e dei ragazzi a seguito della pandemia da Covid19.
Un piano di interventi integrati e coordinati rivolto in primo luogo ai giovani, con attenzione alle fasce più fragili e in situazione di difficoltà anche familiare.