L’IA (Intelligenza Artificiale), come sappiamo, ha riscosso un grande successo nel mondo attraverso le sue varie applicazioni. Tuttavia, è opportuno sottolineare anche uno degli effetti legati all’utilizzo dell’IA, un punto che, con il passare del tempo, potrebbe diventare sempre più importante e allo stesso tempo controverso: la disoccupazione. Ci potrebbero essere infatti, nei prossimi anni, molti posti di lavoro che andrebbero perduti. Ma è solamente così?
La tecnologia sta cambiando in maniera profonda il mondo del lavoro e l’IA è una delle sue forme più evidenti. Nel corso degli ultimi anni, infatti, molte occupazioni sono state create dall’IA, come per esempio gli ingegneri di machine learning, o anche gli specialisti in etica dell’IA. Non solo, quindi, sono stati creati dei nuovi posti di lavoro, la tecnologia ha anche favorito lo sviluppo in varie attività e la crescita di alcuni settori.
Tra questi sicuramente quello sanitario, nel quale l’IA può aiutare i medici nella diagnosi e nella formulazione di piani di trattamento personalizzati per i pazienti. Non solo. Nel campo della ricerca e dello sviluppo, il contributo dell’IA può contribuire al perfezionamento di nuovi materiali, accelerando così l’innovazione.
Tuttavia, contrapposti a tali vantaggi si stanno riscontrando anche gli effetti negativi di tutto ciò. Se infatti da una parte l’IA può aiutare o anche migliorare lo svolgimento di un’occupazione, dall’altra in taluni casi, può generare un effetto negativo, ossia la riduzione dei posti di lavoro. In base alle previsioni degli esperti, infatti, sembrerebbe che sia solamente una questione di tempo; l’IA sta già rivoluzionando il mondo del lavoro. In Cina, ad esempio, sono sempre più le “chatbots” che sostituiscono dipendenti umani.
Secondo diversi studi, infatti, nei prossimi 10 anni grazie all’IA vi sarà un aumento del PIL del 7% che però, al tempo stesso, sarà la maggior responsabile della perdita di circa 300 milioni di posti di lavoro nei settori bancario, legale, amministrativo e finanziario e circa un quarto dei posti di lavoro subirà mutamenti molto profondi.
Un’analisi del Fondo monetario internazionale ritiene che l’IA influenzerà, nei prossimi tempi, quasi la metà di tutti i posti di lavoro esistenti con la prospettiva che tutto questo non solo farà crescere la disoccupazione ma contribuirà a peggiorare anche la disuguaglianza sociale complessiva. La tecnologia, quindi, potrebbe raggiungere in futuro derive pericolose e per sarebbe necessario un piano politico, a livello mondiale, che tuteli ogni lavoratore.
Non tutte le tesi però sono uguali, ovvero non tutte dicono che l’IA avrà un effetto negativo. Se, infatti, molti rapporti ritengono che la tecnologia avrà un ruolo sempre più importante nel campo dell’occupazione, al punto da sostituire sempre più l’essere umano, occorre dire che essa potrebbe comunque creare nuovi posti di lavoro e nuovi tipi di occupazione. Infatti, secondo il Future of Jobs Report del World Economic Forum, molti posti di lavoro saranno sostituiti da macchine guidate dall’intelligenza artificiale ma al tempo stesso la statistica afferma che entro il 2025 l’IA contribuirà a creare circa 100 milioni di posti di lavoro. Già diverse posizioni starebbero sviluppandosi intorno all’IA, una di queste è per esempio il settore dei trasporti automatizzati; aziende come Google e Uber stanno investendo milioni di dollari per veicoli a guida autonoma e questo può creare tanti posti per ingegneri specializzati.
Allora qui dove sarebbe il problema? Il problema starebbe nel fatto che la tecnologia generata dall’IA guarda al futuro ma i lavoratori non avrebbero ancora le competenze richieste. A questo punto la domanda non è quindi capire se l’IA può e in che modo cambiare qualcosa ma scoprire come le aziende possano utilizzarla, declinando tutte le sue potenzialità in modi che abilitano al lavoro e che non sostituiscano la forza lavorativa dell’uomo.
Noi non sappiamo come si evolverà la tecnologia ma è evidente che ci troviamo davanti a situazioni che si sono già presentate in passato. Infatti, circa il 60% dei lavoratori svolge oggi attività che negli anni ‘40 del secolo scorso non esistevano ancora. Inoltre, alcuni studi specifici dimostrano che la tecnologia, dalla fine del XX secolo ai giorni nostri, ha sì sostituito dei posti di lavoro ma che ha anche creato altrettante nuove opportunità.
In conclusione, quindi, dobbiamo essere preoccupati per il futuro? In parte sì, ma in particolare sulla mancanza di professionisti ben formati. È possibile che l’IA possa far perdere molti posti lavorativi ma non c’è dubbio servirà sempre la fondamenta l’intuizione dell’uomo perché alla fine saranno sempre gli uomini a prendere la decisone finale. Staremo a vedere, con il passare del tempo, come si evolverà la tecnologia e quanto, e in che misura, l’IA influirà sul mondo del lavoro.