La COP 29 a Baku si è conclusa con un accordo, sebbene considerato da molti come timido e insufficiente.
Dopo estenuanti negoziazioni, i paesi partecipanti hanno concordato un nuovo obiettivo finanziario annuale di 300 miliardi di dollari per aiutare le nazioni più povere ad affrontare gli impatti del cambiamento climatico.
Questo obiettivo sostituisce i precedenti impegni dei paesi sviluppati e dovrebbe essere finanziato attraverso i contributi dei paesi ricchi. Tuttavia, molti paesi in via di sviluppo hanno criticato l’accordo, definendolo insufficiente rispetto alle loro esigenze, chiedendo almeno il doppio delle risorse, ma alla fine si sono dovuti “accontentare” della cifra di cui si era già iniziato a parlare nella mattinata di ieri, comunque migliorativa rispetto alla situazione attuale.
D’altronde il rischio di chiudere senza un accordo era troppo alto per paesi che potrebbero essere letteralmente travolti dai cambiamenti climatici. Il testo invita comunque ad arrivare a 1300 miliardi all’anno di aiuti al 2035, e fissa una Roadmap da Baku a Belem, sede della prossima Cop30 in Brasile, per studiare come si possa arrivare a questo obiettivo.
Inoltre, sono state raggiunte nuove regole per un mercato globale del carbonio per acquistare e vendere crediti di carbonio, con l’obiettivo di mobilitare ulteriori fondi per progetti rispettosi del clima come la riforestazione e l’adozione di energia pulita. Tuttavia, ci sono state forti critiche riguardo all’accordo sul mercato del carbonio, con alcune organizzazioni che temono che le nuove regole possano ripetere errori passati e non fornire risultati significativi.
Il documento precisa che i Paesi in via di sviluppo possono erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo: Pechino vuole erogare i suoi aiuti senza avere vincoli. Il documento finale accontenta anche l’Arabia Saudita, perché non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai.
Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha espresso la speranza che i governi costruiscano su questa base per raggiungere obiettivi più ambiziosi in futuro. Nonostante le difficoltà e le posizioni divergenti, l’accordo rappresenta un passo avanti nella lotta contro il cambiamento climatico.