Forse in un lontano futuro, potremo vedere un piatto di spaghetti, conditi con olio extravergine di oliva, pomodoro e basilico, racchiuso in una teca all’interno di un museo, al pari di un dipinto di Van Gogh.
In Italia la Dieta Mediterranea è a rischio. Non solo per la ormai evidente crisi climatica in atto ma anche per quella energetica. Questi due infausti elementi, rappresentano una minaccia reale per le produzioni tipiche del nostro Paese.
Oggi, in Egitto, si conclude la Cop 27 e nel corso della conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), sono stati diffusi dati che preannunciano un periodo molto difficile per gli alimenti della rinomata dieta mediterranea.

Temperature roventi e siccità, sono due fattori scatenanti che mettono a rischio alcune produzioni che sono diventate un simbolo culturale in tutto il mondo. Parliamo in primis dell’olio di oliva che ha fatto registrare nel 2022, una riduzione del 30% della produzione.
Ma non solo oro verde, anche prodotti tipici derivanti dal pomodoro, come le passate le polpe e le salse hanno registrato un -11%, mentre il grano duro utilizzato per produrre la pasta ha subito un calo del 5%.
Per di più, gli agricoltori hanno rinunciato anche all’irrigazione di emergenza dei campi perché il costo dell’energia è arrivato alle stelle.
Una tempesta perfetta? Se aggiungiamo l’ormai ben nota contraffazione dei prodotti tipici del nostro Paese (Italian Sounding), allora sì che possiamo affermare, nostro malgrado, che siamo proprio dinanzi alla tempesta perfetta.
Mai più di ora diventa necessario difendere le nostre tradizioni, le nostre eccellenze, la nostra cultura impiegando tutti gli strumenti a disposizione.
Le migliaia di aziende agricole in difficoltà vanno assolutamente aiutate a fronteggiare questa emergenza, per tutelarle e per mettere in salvo le eccellenze alimentari, simbolo d’identità culturale del nostro amato Belpaese.