UNA PANORAMICA GLOBALE DELLE CAUSE E DELLE CONSEGUENZE.
La plastica è diventata un materiale onnipresente nella vita moderna, grazie alla sua versatilità, resistenza e basso costo. Tuttavia, la produzione e il consumo di plastica a livello mondiale comportano effetti ambientali devastanti, che minacciano la salute dell’ecosistema e delle popolazioni globali. Questo materiale è infatti derivato in larga parte dal petrolio e dal gas, e la sua produzione rappresenta oggi il 12% della domanda globale di petrolio e il 9% della domanda globale di gas. Questo articolo esplora in profondità le cause di questo fenomeno, i suoi impatti, le regioni del mondo più colpite e le possibili soluzioni, con un occhio particolare alle implicazioni dell’economia circolare e al potenziale delle bioplastiche.
Il rapporto tra plastica, petrolio e gas
La plastica è un polimero che si ottiene prevalentemente dai derivati del petrolio e del gas naturale. La produzione di plastica inizia con la raffinazione del petrolio e del gas, da cui si ricavano composti chimici come l’etilene, il propilene e il benzene, che sono alla base della plastica moderna. Questi processi richiedono un notevole impiego di idrocarburi, utilizzati non solo come combustibili per alimentare la produzione, ma anche come materie prime essenziali. È importante evidenziare come la produzione globale di plastica sia destinata a raddoppiare entro il 2050, accentuando ulteriormente la dipendenza dell’industria dalla filiera petrolifera e gassosa, con implicazioni pesanti sia per la sostenibilità ambientale che per la sicurezza energetica globale.
Le cause del fenomeno
La diffusione massiccia della plastica è alimentata dalla crescita demografica, dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione, soprattutto nei paesi emergenti. La plastica è un materiale economicamente conveniente e adattabile, motivo per cui è diventata un pilastro dell’economia globale, utilizzata in tutto, dagli imballaggi agli oggetti di uso quotidiano, dall’automotive all’elettronica. Paesi come la Cina e gli Stati Uniti sono tra i principali produttori e consumatori di plastica, mentre l’Asia orientale, l’Arabia Saudita e i paesi della penisola iberica giocano un ruolo centrale nella produzione e raffinazione di petrolio e gas, risorse essenziali per la produzione di plastica.
Gli effetti dell’inquinamento da plastica
L’inquinamento causato dalla plastica ha un impatto globale, con conseguenze severe per l’ambiente, la fauna e la salute umana. La plastica dispersa nell’ambiente non si degrada completamente, ma si frammenta in microplastiche e nanoplastiche che penetrano nei sistemi naturali e persino nella catena alimentare. Le microplastiche, presenti ormai negli oceani, nei fiumi e perfino nell’aria, rappresentano un rischio per la fauna marina e per la salute umana, poiché contaminano i pesci e gli altri organismi acquatici che entrano nella dieta umana.
Le aree più colpite
Le aree costiere e marine di tutto il mondo sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento da plastica. I mari dell’Asia orientale e i territori del Pacifico, come il famigerato Great Pacific Garbage Patch, sono tra le aree più colpite, poiché vi si accumulano enormi quantità di rifiuti plastici portati dalle correnti oceaniche. Anche le coste europee e quelle dell’America settentrionale subiscono gli effetti di questo fenomeno, con spiagge e fondali invasi da frammenti di plastica.
L’economia circolare come soluzione
Una delle risposte più promettenti a questo problema è rappresentata dall’economia circolare, un modello che prevede la riduzione dei rifiuti e la massimizzazione del riutilizzo dei materiali. Attualmente, solo il 9% della plastica prodotta a livello globale viene riciclata, una percentuale estremamente bassa che evidenzia le lacune dei sistemi di smaltimento e riciclo. Implementare una vera economia circolare nella filiera della plastica richiederebbe miglioramenti significativi nella raccolta e nel riciclaggio dei rifiuti, nell’innovazione dei materiali e nell’adozione di nuove pratiche produttive.
Le bioplastiche: un’opzione sostenibile?
Per ridurre l’impatto ambientale della plastica, molte aziende stanno esplorando l’uso di bioplastiche, materiali derivati da risorse rinnovabili come oli vegetali non fossili, amido di mais e zuccheri. Le bioplastiche potrebbero rappresentare un’alternativa valida per alcuni usi della plastica tradizionale, poiché sono in parte biodegradabili e riducono la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata, e la loro produzione presenta ancora costi elevati rispetto alla plastica convenzionale.
Implicazioni per la salute e la società civile
L’inquinamento da plastica rappresenta una minaccia anche per la salute umana. Le microplastiche, infatti, sono state trovate nell’acqua potabile, negli alimenti e persino nel corpo umano, con effetti ancora parzialmente sconosciuti ma potenzialmente dannosi per il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema respiratorio. Inoltre, l’inquinamento da plastica penalizza le economie locali, soprattutto in settori come il turismo e la pesca, creando costi elevati per la pulizia e la manutenzione delle aree naturali.
Conclusioni
La plastica è un elemento inquinante che rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. L’elevata domanda di petrolio e gas necessaria per la sua produzione, unita ai bassi tassi di riciclo e alla lunga durata di vita del materiale nell’ambiente, sottolinea la necessità di trovare soluzioni rapide ed efficaci. Il potenziale dell’economia circolare, l’innovazione nelle bioplastiche e l’impegno dei governi e delle imprese in strategie sostenibili sono elementi cruciali per affrontare questo problema.
(Carmela Tiso)