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LA SANITA’ PUBBLICA È IN FORTE EMERGENZA 

Ott 14, 2024

Sanità, Gimbe: “4,5 milioni di italiani rinunciano alle cure, è emergenza”

Gli investimenti in sanità vanno sempre più giù rispetto al Pil e la spesa delle famiglie per le cure fa boom salendo di un altro 10,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente, passando da 41,5 a 45,9 miliardi. E chi non può spendere alza le mani rinunciando alle cure. Cosa che hanno fatto lo scorso anno 4,5 milioni di italiani, di cui 2,5 milioni per motivi economici. Sono i numeri di quella che il 7° Rapporto Gimbe sullo stato di salute del nostro Ssn definisce “la vera emergenza del Paese”.

La spesa per la salute pagata di tasca propria dalle famiglie italiane vede una impennata del 10,3% nel solo 2023 e sono quasi 4,5 milioni le persone che, nello stesso anno, hanno rinunciato alle cure.

Questi numeri, uniti alle diseguaglianze regionali e territoriali, alla migrazione sanitaria e ai disagi per i tempi di attesa e i pronto soccorso affollati “dimostrano che la tenuta del Servizio sanitario nazionale è prossima al punto di non ritorno”. La fotografia è scattata dal settimo rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario nazionale.

Rispetto al 2022, nel 2023 i dati Istat documentano che l’aumento della spesa sanitaria totale (+4.286 milioni di euro) è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta (3.806 milioni) o tramite fondi sanitari e assicurazioni (553 milioni), vista la sostanziale stabilità della spesa pubblica.

“Le persone – spiega Cartabellotta – sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie”.

Istat: 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici 

A questo si aggiunge il fatto che, secondo l’Istat, nel 2023, 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici per diversi motivi di cui 2,5 milioni per motivi economici, quasi 600.000 in più dell’anno precedente.

Gimbe: crolla la spesa per la prevenzione

Il Presidente della Fondazione Gimbre spiega che rispetto al 2022, nel 2023 si riduce di ben 1.933 milioni, anche se tagliare oggi sulla prevenzione avrà un costo altissimo in termini di salute negli anni a venire.

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