La schiavitù moderna riguarda il lavoro forzato e il matrimonio forzato.
Entrambe si riferiscono a situazioni di sfruttamento che una persona non può rifiutare a causa di minacce, violenza, coercizione, inganno e abuso di potere. La convenzione dell’Oil sul lavoro forzato del 1930 (n. 29), si riferisce a “ogni lavoro o servizio estorto ad una persona sotto minaccia di una punizione o per il quale detta persona non si sia offerta spontaneamente.”
Il rapporto “Global Estimates of Modern Slavery: Forced Labour and Forced Marriage” ( “Stime globali della schiavitù moderna: Lavoro forzato e matrimonio forzato”) su dati del 2021, riporta che questo fenomeno è aumentato in modo significativo negli ultimi cinque anni.
Donne e bambini sono i più vulnerabili e la metà dei casi si verifica nei paesi a reddito medio alto o addirittura alto.
Il lavoro forzato si manifesta nel settore del lavoro privato e rappresenta il 63 per cento, mentre lo sfruttamento sessuale ai fini commerciali rappresenta il 23 per cento. Si stima che 3,3 milioni di lavoratori forzati sono bambini e più del 50% sono vittime di sfruttamento sessuale a scopo commerciale.
L’incidenza reale dei matrimoni forzati è incerta e comprende minori di anni 16. I matrimoni infantili sono considerati forzati proprio perché un minorenne non può dare legalmente il proprio consenso.
Il matrimonio forzato è legato a consuetudini e a pratiche patriarcali consolidate nel tempo. L’Asia e il Pacifico sono i luoghi dove si verificano la maggior parte di tali coercizioni.
I lavoratori emigranti hanno maggiore vulnerabilità al lavoro forzato rispetto ad un lavoratore adulto ma non migrante. La migrazione irregolare o mal governata è la causa della maggiore vulnerabilità dei migranti, sia al lavoro forzato che alla tratta.
Riportiamo di seguito alcuni commenti:
“È sconvolgente che la schiavitù moderna continui ad esistere. Nulla può giustificare la persistenza di questo abuso fondamentale dei diritti umani”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder.
Antonio Vitorino, direttore generale dell’Oim, ha dichiarato: “Questo rapporto sottolinea l’urgenza di garantire che tutte le migrazioni siano sicure, ordinate e regolari”.
Grace Forrest, direttrice di Walk Free: “La schiavitù moderna è l’antitesi dello sviluppo sostenibile.“
Il rapporto propone una serie di raccomandazioni che segnerebbero un progresso significativo verso la fine della schiavitù moderna. Fra le quali: porre fine al lavoro forzato imposto dallo Stato; adottare misure più incisive per combattere il lavoro forzato e alla tratta, nelle imprese e nelle filiere di fornitura; estendere la protezione sociale rafforzare le tutele legali compreso l’innalzamento dell’età legale a 18 anni per matrimoni.
Inoltre: contrastare l’aumento della tratta e del lavoro forzato per i lavoratori migranti, attraverso un reclutamento etico ed equo e di fornire un maggiore sostegno alle donne, alle ragazze e alle persone maggiormente vulnerabili.