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L’ANTARTIDE VICINO AL PUNTO DI NON RITORNO

Dic 7, 2021
In 10 anni la perdita dei ghiacci può diventare irreversibile.

Il ghiaccio in Antartide si sta sciogliendo, contribuendo ad incrementare la quantità di acqua negli oceani mondiali e creando innalzamento dei livelli dei mari.

Le piattaforme di ghiaccio sul versante orientale della penisola antartica sarebbero ormai prossime al collasso per effetto dello scioglimento che, negli ultimi 300 anni, si è verificato con un ritmo senza precedenti: il fenomeno potrebbe essere legato al cambiamento della circolazione dei venti e, in tempi più recenti, ai gas serra e all’assottigliamento dello strato di ozono dovuti all’attività dell’uomo.

Ad accelerare la crisi dei ghiacci, secondo i ricercatori, potrebbe aver contribuito il cambiamento del fenomeno dell’Oscillazione antartica, che nella regione ha portato venti occidentali più forti, un surriscaldamento dell’atmosfera e correnti marine più calde sotto le piattaforme di ghiaccio. I frequenti cambiamenti dell’Oscillazione antartica osservati in tempi più recenti potrebbero riflettere l’azione esercitata dai gas serra e dall’ozono, causando un’ulteriore perdita di ghiacci nel futuro.

Secondo i dati pubblicati su Nature, analizzando le osservazioni satellitari, negli ultimi 25 anni l’Antartide ha perso 3mila miliardi di tonnellate di ghiaccio, una massa notevole, che corrisponde ad un aumento globale del livello medio del mare di circa 8 millimetri dal 1992 a oggi.

Dai risultati emerge che la perdita di ghiacci nell’Antartide orientale è passata, durante gli ultimi 25 anni, da 53 miliardi a 159 miliardi di tonnellate all’anno, mentre nella parte settentrionale del continente (la penisola antartica) la quota è passata da 7 miliardi a 33 miliardi di tonnellate all’anno. Ma il dato eccezionale riguarda la perdita totale, ovvero il ghiaccio che si è sciolto sull’intero continente antartico, si è passati dal valore medio di 76 miliardi di tonnellate all’anno nel periodo dal 1992 al 2011 a 219 miliardi di tonnellate dal 2012 al 2017: la quantità è quasi triplicata.

Sommando poi le perdite di tutti e 25 gli anni, si arriva appunto al valore di 3mila miliardi di tonnellate di ghiacci. Una cifra agghiacciante, se si pensa che ogni 100miliardi di tonnellate i mari del globo si alzano di 0,28 millimetri. E che quindi negli ultimi 25 anni l’innalzamento del livello totale del mare ha superato i 7 millimetri. Il dato è importante considerando che anche piccole variazioni di questo genere possono avere un impatto, soprattutto sulle città costiere, con alluvioni e allagamenti.

La preoccupazione è che entro il 2100 si arrivi a un aumento del livello medio del mare di 15 centimetri. Per questo, come sottolineano gli autori dello studio su Nature, è essenziale un’informazione precisa come quella fornita dai satelliti, per fornire previsioni precise di questi fenomeni e conoscere meglio i cambiamenti climatici.