Lavorare come dipendente, oppure aprire partita iva e mettersi in proprio. Vediamo quali sono gli svantaggi ed i vantaggi di ciascuna scelta.
Dipendente:
- Sicurezza economica: Stipendio fisso e benefici come l’assicurazione sanitaria.
- Diritti garantiti: Diritto a ferie, malattia pagata e altri benefici previsti dal contratto collettivo.
- Responsabilità limitate: Il datore di lavoro si occupa degli adempimenti fiscali.
- Minori rischi finanziari: Non occorre investire inizialmente per avviare l’attività.
Partita IVA:
- Libertà e guadagno potenziale: Si può lavorare su progetti diversi e fatturare molte più ore.
- Responsabilità maggiori: Gestire autonomamente gli aspetti fiscali e amministrativi.
- Flessibilità oraria: Decidere quando e come lavorare.
- Rischi finanziari: Se l’attività non va bene, si potrebbero subire perdite.
Le tasse da pagare con la partita IVA variano a seconda del regime fiscale scelto.
Regime Ordinario:
- Imposta sul Valore Aggiunto (IVA): L’IVA va applicata in fattura con un’aliquota compresa tra il 4% e il 22%, a seconda del tipo di prodotto o servizio fornito.
- Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF): Questa imposta dipende dal proprio reddito personale.
- Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP): Anche questa imposta varia a seconda della propria attività.
Regime Forfettario:
- Con il regime forfettario, si paga il 15% o il 5% per i primi 5 anni di attività.
- La base imponibile per il calcolo delle tasse si trova in due fasi.
Il lavoro dipendente può offrire sicurezza, mentre la partita IVA offre libertà e possibilità di guadagno ma con maggiori responsabilità. L’importante è sempre scegliere in base alle preferenze personali e alla situazione specifica di ognuno. In bocca al lupo!