Il lavoro irregolare è una pratica assolutamente vietata e sono previste importanti sanzioni sia per le aziende e sia per il lavoratore. In particolare il lavoro irregolare è privo di un contratto ed una successiva fattura.
L’azienda ottiene il vantaggio di non dover pagare le tasse e i contributi.
Il peggio è proprio per il lavoratore irregolare che non ha nessuna copertura assicurativa e nessun tipo di tutela, anche in caso di licenziamento.
Ma osserviamo il fenomeno più da vicino soprattutto sul fronte sanzioni.
Un datore di lavoro rischia sanzioni per ogni lavoratore in nero. L’importo è calcolato in base ai giorni di lavoro effettivamente svolti.
In particolare il datore rischia da 1.800 a 10.800 euro per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo.
- Da 3.600 a 24.600 euro per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo da 31 ai 60 giorni;
- da 7.200 a 43.200 euro per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a 60 giorni.
In questo contesto rientra anche il caso di lavoratori extra comunitari, senza regolare permesso di soggiorno e impiegati irregolarmente, le sanzioni non saranno solo pecuniarie ma anche penali.
Come già accennato anche i lavoratori irregolari sono soggetti a sanzioni.
Se il lavoratore in nero percepisce la indennità di disoccupazione oppure beneficia di bonus e ammortizzatori sociali è prevista una contestazione per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato con la relativa sanzione penale dalla reclusione dai 6 mesi ai 4 anni. A ciò si aggiunge l’obbligo di dover restituire quanto percepito illecitamente.
Il lavoro nero può essere denunciato all’Ispettorato del lavoro, ma non in forma anonima. Bisogna riportare i dati relativi alla mansione e all’attività svolta, l’indirizzo della ditta, il giorno di inizio lavoro, gli orari lavorativi, l’entità della retribuzione percepita.
Infine si devono procurare prove ed eventualmente anche i testimoni.