Il premio Nobel per la chimica dell’anno 2024 è stato assegnato a Demis Hassabis e quello per la fisica a Geoffrey Hinton, quest’ultimo considerato il “padrino” dell’intelligenza artificiale (IA). Questi due scienziati sono tra i protagonisti della ricerca sull’intelligenza artificiale. Il prestigioso titolo loro assegnato è un fatto che ci deve far riflettere.
Il premio Nobel è un riconoscimento istituito nel 1895 ideato da Alfred Nobel (1833-1896) per distribuire premi a chi avesse reso maggiori servizi all’umanità, nel campo della fisica, chimica, letteratura, medicina o a chi si fosse distinto per favorire relazioni amichevoli tra i popoli.
Ogni anno, i premi vengono assegnati a personalità viventi. La consegna avviene il 10 dicembre di ogni anno. Nel corso dei decenni, il premio è stato conferito a studiosi e persone di vari paesi. Tra questi in particolar modo prevalgono Stati Uniti d’America, Germania e Regno Unito, ma sono presenti anche l’Italia, il Giappone e il Canada.
Quest’anno il premio Nobel per la chimica è stato dato a Demis Hassabis, mentre quello per la fisica è stato assegnato a Geoffrey Hinton. Entrambi, nell’ambito delle loro specifiche competenze, hanno favorito e sviluppato la ricerca sull’Intelligenza Artificiale. In particolare Hinton.
Nella motivazione del premio a lui assegnato si legge infatti che Hinton (insieme al suo collega John Hopfield) ha utilizzato gli strumenti e le leggi della fisica per porre le basi dell’attuale sviluppo dell’apprendimento automatico, quella branca dell’IA grazie alla quale una macchina si predispone l’abilità di apprendere qualcosa dai dati in maniera autonoma, senza istruzioni esplicite. Per quanto riguarda invece Hassabis, la motivazione, condivisa col suo collega John Jumper, gli attribuisce il merito di aver sviluppato un modello di IA utile a risolvere il problema della previsione della struttura delle proteine.
Ma al di là dei loro studi e delle loro conquiste scientifiche, c’è un ulteriore dato che li accomuna. Un dato particolarmente interessante: il fatto che sia Hinton che Hassabis non nascondono la loro preoccupazione per i rischi legati ad un uso errato dell’IA, seppur con gradazioni differenti. Hassabis infatti, già nel 2023 affermava che i rischi dell’IA devono essere trattati con la stessa responsabilità con la quale si gestisce la crisi del cambiamento climatico e non ci possono essere ritardi nel rispondere ai potenziali pericoli proveniente dall’IA.

Per quanto riguarda Hinton, invece, recentemente ha sottolineato che negli ultimi tempi i programmi di IA hanno fatto molti progressi ma oggi appaiono piuttosto spaventosi e rischiano di generare problemi. Secondo Hinton ad esempio, gli odierni robot non sono ancora più intelligenti dell’uomo ma lo potrebbero diventare nel giro di poco tempo col rischio di dar vita ad un futuro ben diverso, quello in cui le macchine potrebbero avere un’intelligenza più alta e completa di quella di un essere umano. Non a caso, dopo aver ricevuto il premio Nobel, Hinton ha espresso molta preoccupazione per l’evoluzione incontrollata dell’IA lanciando l’allarme sulla possibilità sempre più concreta, da parte dell’uomo, di perdere il controllo sulle tecnologie mettendo di fatto in discussione il futuro dell’umanità.
Vi è quindi una domanda da porsi: gli esseri umani saranno in grado di controllare l’IA? Dobbiamo dire prima di tutto che l’IA non è un complesso di macchine che prima o poi si ribellerà all’uomo, piuttosto un articolato sistema che, con il passare del tempo, potrebbe addirittura essere in grado di prendere delle decisioni, manipolare e influenzare la realtà con modalità che ad oggi non possiamo ancora immaginare. I timori di Hinton, quindi, possono risuonare come un avvertimento all’umanità.
In altre parole, si potrebbe dire che se non si corre ai ripari mettendo i giusti limiti alla tecnologia, essa potrebbe alla fine in qualche modo sovrastarci. L’uomo è capace di creare grandi cose ma al tempo stesso anche di commettere errori molto grandi; perciò, saremo in grado di capire quando arriverà il momento di fermarci? Oppure succederà quello che Hinton e Hassabis temono? Ciò dipende solo ed esclusivamente da tutti noi e staremo a vedere che cosa ci dirà il futuro.