La musica, come si sa, è una delle forme d’arte più comuni e importanti della storia dell’uomo. Negli ultimi tempi l’intelligenza artificiale (IA) ha fatto il suo ingresso in questo mondo, avanzando in maniera esponenziale. Ma può davvero l’IA sostituire l’essere umano in questo ambito? E quali sarebbero i rischi?
La musica è uno degli aspetti culturali universali presente in ogni società umana. Fin dall’antichità, nel corso dei secoli, l’uomo ha declinato ed espresso in varie forme questa particolare forma di arte, dalla creazione di composizioni di ogni alla voce dei vari strumenti musicali che nacquero con il passare del tempo.
Molte sono le figure che hanno interpretato e rappresentano quest’arte nel corso della storia, da Pitagora, celebre figura dell’antica Grecia che intuì la relazione fra la musica e la matematica a Mozart, forse il celebre compositore austriaco fra i più noti di ogni tempo. Un percorso costellato di decine di nomi e infinite produzioni musicali legati a generi ben precisi per arrivare ai giorni nostri tempo nel quale la musica, oggi, è principalmente distribuita e ascoltata distribuita attraverso la piattaforma di Internet.
E com’era prevedibile anche l’IA è entrata nel mondo della musica e prepotentemente, rivoluzionando sempre di più, col passare dei decenni, l’intero mercato e sistema musicale. Se infatti, solo pochi anni fa, si poteva ascoltare una semplice composizione musicale inserendo un CD nello stereo di casa nostra, oggi, grazie alla tecnologia, ascoltare musica è molto più semplice. Basti pensare ad esempio alla piattaforma YouTube, all’interno della quale, una buona parte di video in essa contenuti sono musicali; oppure allo smartphone che in qualsiasi momento o luogo ci si trovi, non solo è in grado di scaricare video musicali ma è anche capace di trasformarli in formato MP3.
Una tecnologia inarrestabile che ha permesso una piena e completa fruizione della musica, grazie alla quale la musica oggi può essere ascoltata in ogni situazione e in ogni luogo, all’interno o lontano dalle mura domestiche fino ad arrivare a luoghi dove un tempo era assolutamente impossibile.
Non solo, grazie all’ausilio e all’intervento dell’IA oggi è possibile creare della musica o sulla base di un’intuizione del musicista o portare i musicisti stessi a cogliere una nuova ispirazione. A proposito è importante sottolineare anche l’aspetto della personalizzazione, cioè della “scelta personale” che con l’ausilio dell’IA può migliorare l’esperienza di ascolto e aiutare le persone di scoprire nuova musica.
Tuttavia, al giorno d’oggi, come sempre anche questa realtà porta con sé non solo vantaggi. Come in ogni ambito, anche in quello della musica, l’avvento dell’IA potrebbe generare anche dei rischi. Tra i primi quello relativo, ad esempio, al diritto di autore: Se infatti una composizione musicale è creata dall’IA chi ne può rivendicare i diritti?
C’è ancora bisogno di tempo e di esperienza per poter dare una risposta efficace a questa, domanda, si tratta infatti di una questione non ancora risolta. Un altro potenziale rischio è quello inerente alla mancanza di creatività: un brano musicale elaborato dall’IA non potrà avvalersi del fondamentale contributo fornito dall’elemento umano, indispensabile per rendere un brano musicale una vera e propria opera d’arte.
Ma al di là dei rischi e dei vantaggi, da qualche tempo emerge un altro dato importante nella relazione tra l’IA e la musica: la robotica. È di pochi giorni fa, infatti, una notizia giunta dalla Svezia e che ha dell’incredibile: un robot che all’interno di un’orchestra sinfonica ha suonato la partitura solista di un violoncello.
Quello che sembrava di fantascienza fino a poco tempo fa ora è diventato realtà e al tempo stesso ha dimostrato che l’uomo e l’IA possono creare insieme una nuova e articolata forma d’arte musicale, tanto inaspettata quanto coinvolgente, basata sul rapporto tra uomo e macchina. Tuttavia, a questo punto può sorgere una domanda: con il passare del tempo l’IA sarà in grado di sostituire completamente in ambito musicale sia nella composizione che nella produzione concreta? Ora non è possibile dare una risposta esaustiva.
Non sappiamo fin dove potrà arrivare la tecnologia con il tempo e non sappiamo quanto e in che modo l’IA potrà aiutare l’essere umano a creare brani musicali e perfino a suonarli.
Ma una cosa è certa: alla tecnologia mancheranno sempre il cuore e l’anima, requisiti indispensabili, propri dell’essere umano, che fanno della musica, dalla semplice canzone alla sinfonia, un’opera unica e irripetibile.