Negli ultimi decenni, il mar mediterraneo ha iniziato a trasformarsi sempre più velocemente in un mare dalle caratteristiche tropicali.
Questa trasformazione apparentemente affascinante, nasconde in realtà numerose insidie per l’ecosistema e le attività umane che dipendono da questo mare.
L’aumento delle temperature medie, l’intensificazione della tropicalizzazione e l’arrivo di nuove specie stanno, infatti, sconvolgendo l’equilibrio naturale di uno dei mari più importanti e storicamente rilevanti del pianeta.
Il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature
Il Mediterraneo è oggi uno dei mari che si riscalda più velocemente al mondo. Secondo numerosi studi scientifici, le temperature superficiali del mare, sono aumentate di circa 15° negli ultimi 40 anni e il trend sembra destinato a peggiorare. Questo aumento è principalmente causato dal cambiamento climatico globale, ma l’effetto è amplificato dalla conformazione stessa del bacino mediterraneo, che essendo quasi chiuso, trattiene più facilmente il calore.
L’aumento delle temperature ha un impatto significativo sugli ecosistemi marini, alterando i cicli biologici delle specie autoctone e favorendo l’esposizione di specie tropicali provenienti dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano.
Queste specie che arrivano attraverso il canale di Suez, trovano condizioni sempre più favorevoli per prosperare, mettendo a rischio la biodiversità locale.
L’invasione delle specie aliene
Uno degli effetti più visibili della tropicalizzazione del Mediterraneo è l’invasione di specie aliene.
Tra questo, il pesce palla maculato e il pesce leone sono diventati simboli del cambiamento in atto.
Questi predatori, oltre a non avere competitori naturali, sono altamente invasivi e possono danneggiare gravemente gli ecosistemi locali.
Il pesce leone, ad esempio è noto per la sua voracità e la capacità di ridurre drasticamente le popolazioni di piccoli pesci e invertebrati, alterando così le catene alimentari e mettendo in crisi gli stock ittici.
Allo stesso tempo, la proliferazione del pesce palla maculato rappresenta una minaccia per la salute umana, in quanto questo pesce contiene una tossina letale per l ‘uomo.
Gli effetti sull’economia e la pesca
Le conseguenze della tropicalizzazione del Mar Mediterraneo non si fermano agli ecosistemi, ma impattano anche sull’economia della regione, in particolare sul settore della pesca.
Le specie tropicali spesso non sono commestibili o non hanno un valore commerciale elevato, il che porta ad una riduzione della redditività per i pastori locali.
Inoltre, la competizione tra le specie autoctone e quelle aliene, può portare ad un impoverimento delle risorse ittiche tradizionalmente sfruttate, come il tonno rosso o le sardine, con gravi conseguenze economiche per le comunità che vivono di pesca. Anche l’acquacoltura è a rischio, poiché l’aumento delle temperature e la proliferazione di alghe tropicali possono danneggiare le infrastrutture e compromettere la qualità dell’acqua.
L’acidificazione del mare e la perdita di biodiversità
Oltre al riscaldamento delle acque, un altro effetto collegato al cambiamento climatico è l’acidificazione del Mediterraneo.
L’aumento delle emissioni di Co2 non solo riscalda il pianeta, ma altera anche la chimica degli oceani. Quando l’anidride carbonica viene assorbita dall’acqua marina, provoca la diminuzione del Ph rendendo l’ambiente più acido.
Questo fenomeno ha effetti devastanti sugli organismi marini che dipendono dal carbonato di calcio per formare le loro conchiglie e scheletri, come coralli, molluschi e alcuni tipi di plancton. La perdita di queste specie fondamentali può causare un effetto a catena, compromettendo l’intera rete ecologica del Mediterraneo.
Cosa possiamo fare?
Affrontare la tropicalizzazione del Mediterraneo richiede una risposta coordinata a livello internazionale.
E’ fondamentale ridurre le emissioni di gas serra per limitare l’aumento delle temperature e attuare politiche efficaci di gestione delle specie invasive.
In tal senso, la creazione di aree marine protette e l’adozione di tecniche di pesca sostenibili possono aiutare a preservare la biodiversità e mitigare gli effetti della tropicalizzazione.
Parallelamente, la ricerca scientifica svolge un ruolo cruciale nel monitorare i cambiamenti in atto e nel proporre soluzioni innovative.
Tuttavia, senza un cambiamento globale degli ecosistemi marini, il rischio è che il Mediterraneo, da mare di biodiversità e ricchezza si trasformi in un ecosistema sempre più povero e fragile.
In conclusione, il fatto che il Mediterraneo stia diventando un mare tropicale non è una buona notizia. Se da un lato piò sembrare affascinante vedere nuove specie di pesci e paesaggi marini cambiare, dall’altro la realtà è che questa trasformazione rappresenta una minaccia per l’equilibrio ecologico, economico e sociale delle comunità che da millenni vivono in simbiosi con questo mare.
(Carmela Tiso)