CIBO DEI POVERI O PREROGATIVA DEI RICCHI?
Nel primo semestre del 2023 cipolle, patate, angurie e lattughe in particolar modo la qualità Iceberg hanno visto quotazioni record.
I cambiamenti climatici sono la causa principale dei rincari: siccità, grandinate, alluvioni, hanno distrutto moltissimi raccolti.
La siccità che ha colpito l’Italia nei primi mesi dell’anno in corso, ha visto patate e cipolle aumentare di 50 centesimi rispetto al 2022. Rincari presenti ancora oggi per quanto riguarda le patate che non scendono sotto a 1 euro al chilo. I tuberi in questione provengono soprattutto dal sud che è ancora condizionato dalla recente alluvione che ha afflitto l’Emilia Romagna, regione top per la coltivazione delle patate.
Per quanto riguarda invece le cipolle, anche loro hanno visto prezzi in salita a causa della siccità che ne aveva compromesso la produzione. In questo frangente in Europa, l’Olanda era l’unico paese esportatore, e i prezzi hanno toccato picchi di 1,50 euro al chilo.
Nel mese di febbraio l’insalata Icerberg è stata protagonista della classifica, con un prezzo di ben 5 euro al chilo a causa del freddo improvviso che ha visto una produzione esigua a fronte della grande richiesta.
Mentre angurie e meloni sono in orbita, i prezzi hanno sfiorato per le angurie i 2 euro al chilo e per i meloni addirittura 5 euro al chilo.