Gli aumenti non risparmiano nessuno, dalle grandi aziende ai cittadini e fra chi se la passa peggio sono proprio i più fragili con pensioni da fame. Costretti all’inattività perché privi di forze, non possono neanche andare a fare qualche lavoretto extra per arrotondare.
Ma quanto devono risparmiare questi pensionati per far fronte ai rincari e a cosa ancora devono rinunciare?
Dopo aver fatto sacrifici lavorando gran parte della loro vita, ora si trovano ad affrontare anche gli aumenti presenti su tutti i fronti: dal caro spesa a quello delle bollette, senza avere risorse economiche sufficienti perché le loro pensioni non arrivano neanche a 500 euro al mese.
Una vita dignitosa deve essere loro garantita, senza doverli vedere andare alla Caritas per chiedere un piatto di minestra o a rovistare nei cassonetti dell’immondizia per trovare da mangiare. E’ una visione agghiacciante cui sicuramente almeno una volta, ognuno di noi, avrà assistito.
Ma questo dovrebbe essere un problema che riguarda tutti, non solo i più altruisti. Non è una questione di empatia, ma un’emergenza sociale che dovrebbe toccare il cuore di tutti. Una vergogna che deve scuotere le coscienze pubbliche e istituzionali.
Agire adesso senza più procrastinare. Le promesse non sono i fatti e nulla, appunto, è stato fatto. Forse perché i pensionati in povertà sono troppi e per loro non ci sono abbastanza risorse.