“Ho 63 anni e sono una dipendente ministeriale. Ho maturato 37 anni di contributi di cui 25 anni nella gestione pubblica e circa 12 anni nella gestione lavoratori dipendenti. Vorrei accedere alla pensione opzione Donna, ma non mi è chiaro se sono obbligata ad effettuare la ricongiunzione dei contributi o se va presentata la domanda di pensione in cumulo. Qual è la differenza? Come posso procedere? Grazie dell’attenzione e della risposta” (Manuela da Roma)
Gentilissima Manuela, è opportuno fare chiarezza in merito alla sua situazione contributiva.
La ricongiunzione, che è a titolo oneroso, è lo strumento grazie al quale si ha la possibilità di accentrare in un’unica gestione i contributi maturati presso le diverse gestioni interessate. Ricorrendo a questa misura i contributi vengono materialmente trasferiti nel fondo accentrante e le permetterebbero di avere un’unica posizione contributiva in una sola gestione presso la quale potrà essere presentata la domanda di pensione.
Con il cumulo, a differenza della ricongiunzione, non vi è un trasferimento della contribuzione, ma la pensione sarà calcolata pro quota secondo le regole di calcolo di ciascuna gestione.
Lei ha un numero di versamenti sufficienti per accedere alla pensione Opzione Donna, che però non consente il cumulo gratuito dei contributi in diverse gestioni previdenziali.

Pertanto, se sceglie questa strada, dovrà ricongiungere a pagamento, nella gestione pubblica, i contributi versati in altra gestione per poi fare domanda di Opzione Donna verificando sempre che sussistano tutti i requisiti di accesso ed ottenere un ricalcolo del nuovo montante unico con sistema interamente contributivo.
Si consiglia di farsi seguire nella procedura da un ente di Patronato per valutare attentamente l’eventuale penalizzazione economica dell’assegno pensionistico optando al sistema di calcolo contributivo ed il relativo costo della ricongiunzione.