La popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi di abitanti, secondo una stima ufficiale delle Nazioni Unite, ma la crescita della popolazione pone sfide importanti ai paesi più poveri.
Se fino al 1800 la Terra aveva meno di un miliardo di abitanti, e solo 70 anni fa, era pari a 2,5 miliardi di persone, sono bastati dodici anni per passare da 7 a 8 miliardi.
A dimostrazione del rallentamento demografico, ci vorranno circa 15 anni per raggiungere i 9 miliardi nel 2037. Le Nazioni Unite prevedono un “picco” di 10,4 miliardi nel 2080 e una stagnazione fino alla fine del secolo.
Numeri enormi che pongono seri interrogativi sui rischi legati al sovrappopolamento, che porta conflitti e tensioni, e all’invecchiamento delle persone con problemi legati alla cura e alla spesa sociale.
Il crescente numero di persone presenti sulla terra infatti non è certo omogeneo e se in alcuni Paesi addirittura c’è un crollo demografico come in Italia, in altri la popolazione continua a crescere portando seri problemi di convivenza.
Secondo l’ONU, sono 27 i paesi che hanno visto diminuire le loro popolazioni dell’1% o più dal 2010, ma questi numeri sono più che compensanti dalla crescita in altre regioni come per esempio nell’Africa subsahariana dove la popolazione raddoppierà entro il 2050.
In realtà questo porta ad un altro grande problema legato alla povertà e alla salute. Il sovraffollamento porta a malnutrizione, diffusione di malattie mortali ma anche problemi sociali che spesso generano conflitti.
Dall’altro lato ci sono i Paesi dove la popolazione sta invecchiando sempre di più. Nel 2018, per la prima volta in assoluto, nel mondo persone sopra i 65 anni hanno superato i bambini sotto i 5 anni mentre nel 2019 il numero degli ultracentenari in tutto il mondo ha raggiunto la cifra record di 533mila.
Un problema che colpisce principalmente i Paesi industrializzati visto che entro il 2050 una persona su quattro che vive in Europa e nel Nord America potrebbe essere over 65.