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SOS MEDICI DI FAMIGLIA

Dic 5, 2024

Negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano ha affrontato sfide senza precedenti, ma la situazione attuale potrebbe rappresentare una delle più gravi crisi mai vissute. Con l’aumento dei pensionamenti, la carenza di medici di base sta diventando un problema sempre più serio.

La Federazione italiana dei medici di medicina generale ha recentemente avvertito che, entro due anni, circa 15 milioni di italiani potrebbero trovarsi senza un medico di famiglia.

I medici di famiglia, pilastro fondamentale del Servizio sanitario nazionale, sono sempre più a rischio di “estinzione” in Italia. L’ultimo rapporto del Cnel evidenzia una carenza di almeno 10 mila professionisti rispetto alle necessità del territorio. Una situazione che potrebbe aggravarsi ulteriormente nei prossimi due anni a causa di pensionamenti di massa, lasciando intere aree del Paese sprovviste di una figura essenziale per la salute pubblica.

I dati mettono in evidenza il divario dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei. Nel nostro Paese ci sono 68,1 medici di famiglia ogni 100.000 abitanti, un dato inferiore ai 72,8 della Germania, ai 94,4 della Spagna e ai 96,6 della Francia. La situazione è critica anche sul fronte degli infermieri, con appena 621,3 ogni 100.000 abitanti, contro i 1.203,2 della Germania.

Questa carenza si riflette direttamente sul numero di pazienti per medico, che in Italia è cresciuto del 12% negli ultimi dieci anni: dai 1.156 pazienti per medico nel 2012 ai 1.301 del 2022.

Le ragioni alla base di questa crisi sono molteplici. In primo luogo, il numero di medici di base sta diminuendo a causa di un elevato tasso di pensionamenti. Molti professionisti stanno lasciando il lavoro, e la loro sostituzione non avviene con la stessa rapidità.

Inoltre, la professione medica sta diventando sempre meno attrattiva per i giovani, a causa di carichi di lavoro elevati, stipendi non sempre competitivi e una crescente pressione burocratica. Questi fattori contribuiscono a creare un ambiente di lavoro difficile, spingendo i neolaureati a cercare opportunità in altri settori o all’estero.

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