L’Unione Europea ha dato il via libera alla certificazione di parità di genere.
Ma in cosa consiste questa normativa?
Tutte le aziende quotate in borsa dovranno avere un’occupazione femminile di almeno il 40% per gli incarichi di amministratore non esecutivo o il 33% per gli incarichi di amministratore.
Per mettersi in regola, si ha tempo fino al 30 giugno 2026 e le aziende inadempienti dovranno pagare una multa o vedersi annullare le nomine.
In Italia, la leadership femminile è ancora molto lontana da quella della Norvegia, della Gran Bretagna, della Francia e della Germania.
Ma comunque ad oggi, nessuno Stato membro dell’UE ha raggiunto la parità tra uomini e donne nel contesto lavorativo.
Per questo motivo gli obiettivi del PNRR hanno posto, tra gli altri, particolare attenzione alla parità di genere. In attuazione del progetto, la legge di Bilancio 2022 e la legge n. 162/2021 hanno iniziato a introdurre precise misure, tra cui il sistema della certificazione sulla parità di genere e i nuovi Fondi per agevolare il perseguimento degli obiettivi in essere.
Un’azienda che include le donne in cariche dirigenziali ci guadagna, sia dal punto di vista etico che imprenditoriale.
Il mondo ha bisogno di più donne in posizioni decisionali. E svariate ricerche dimostrano che squadre diverse ottengono risultati migliori rispetto a quelle omogenee.