Gennaio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato nella storia, secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale. La temperatura media globale di gennaio ha superato di 1,7 °C la media pre-industriale.

Lo indicano le rilevazioni del Servizio per i Cambiamenti Climatici Copernicus (C3S), che aggiunge che anche la superficie degli oceani si sta surriscaldando con temperature di poco inferiori rispetto a quelle di agosto 2023, le più calde di sempre.

Lo scorso gennaio è stato l’ottavo mese di fila in cui le temperature atmosferiche medie registrate sui continenti e sui mari hanno superato ogni precedente record rispetto a quello stesso periodo dell’anno.

È anche il dodicesimo mese consecutivo in cui le temperature medie globali superficiali hanno ecceduto quel grado e mezzo rispetto alla media pre-industriale indicato dagli scienziati come limite da non oltrepassare, per scongiurare gli effetti più irreversibili dei cambiamenti climatici.

Secondo gli esperti il 2024 supererà senza problemi le temperature raggiunte nel 2023, infrangendo così ogni record. Se il 2023 era fino ad ora l’anno più caldo, possiamo aspettarci ben di peggio.

Questo aumento anomalo è dovuto principalmente all’effetto serra causato dalle emissioni di gas serra di origine antropica, che intrappolano il calore nell’atmosfera, ma anche per la presenza di El Nino. Quest’ultimo altera la circolazione oceanica e i modelli meteorologici ed è il colpevole dell’aumento della siccità.

Il riscaldamento globale ha conseguenze drammatiche per l’ambiente e la vita sul pianeta, come lo scioglimento dei ghiacci polari, l’innalzamento del livello del mare, la desertificazione, la perdita di biodiversità, l’incremento di eventi meteorologici estremi e la diffusione di malattie.

E’ perciò urgente e necessario ridurre le emissioni di gas serra di origine antropica e adottare misure di adattamento e mitigazione per limitare gli impatti del cambiamento climatico e fermare questo aumento di temperatura ormai fuori controllo.

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