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CON I DRONI L’AGRICOLTURA VOLA

Dic 14, 2021

I droni utilizzati in agricoltura hanno sensori multispettrali e termici che generano mappe dei campi, per monitorare costantemente la crescita delle colture e individuare zone in qualche modo danneggiate. Questo permette agli agricoltori di tenere sempre sotto controllo ogni piantagione e di capire come intervenire tempestivamente.

I droni consentono flessibilità di impiego e velocità di intervento, una sempre più elevata risoluzione e precisione, un’ampia disponibilità di rilevazioni e dati ottenuti attraverso sensori, camere multispettrali, camere termiche, GPS e magnetometri.

Da qualche anno l’uso dei droni ha preso piede anche nel settore agricolo, principalmente in due modalità applicative. La prima, più diffusa, è l’attività di monitoraggio ambientale, la seconda modalità d’uso è la possibilità per il drone di svolgere dei compiti sul campo, come avviene nell’ambito della lotta biologica ai parassiti delle piante, oppure in tema di trattamenti fitosanitari.

Progetti e strumenti innovativi , applicati sul campo, e sui campi, sono ormai numerosi e variegati, e alcuni di questi riguardano l’uso dei droni per controllare e coltivare tutto dall’alto. È il caso, ad esempio, dei droni dotati di spettrometro, in grado di analizzare i nutrienti del suolo agricolo, in modo da usare fertilizzanti e altre sostanze di coltura solo se e quando necessario, riducendo inquinamento e sprechi, e preservando la qualità dell’acqua della falda.

Dal punto di vista operativo, i principali vantaggi di tali velivoli sono: flessibilità d’impiego in base alle necessità; tempestività e velocità d’intervento; elevata risoluzione spaziale e ampia disponibilità di camere multi e iperspettrali e di altri sensori tipo laser scanner, camere termiche, camere Rgb e costi di esercizio contenuti.

Dal punto di vista pratico, il drone, oltre ad attività di monitoraggio, può essere impiegato in limitate, ma interessanti attività di controllo operativo, quale ad esempio, la lotta ai parassiti con distribuzione localizzata di specie antagoniste.

In questo contesto operativo decisamente interessante occorre anche segnalare i punti ad oggi ancora critici: dal punto di vista “hardware”, il fattore limitante è la durata delle batterie (in alcuni casi non si superano i 15-20 minuti di autonomia); è indispensabile garantire la più totale affidabilità nella registrazione dei dati e nel loro eventuale trasferimento a terra in tempo reale; non c’è ancora disponibilità sul mercato di pacchetti software completi e semplici da usare per la gestione e l’elaborazione dei dati raccolti.

Infine, per poter fornire agli imprenditori agricoli un servizio davvero utile, è necessaria l’interazione tra le diverse figure professionali coinvolte (società di servizi, agronomi, agromeccanici), ricordando che il drone può essere un eccellente vettore di dati, ma che è indispensabile la competenza tecnica dell’esperto per analizzarli correttamente e prescrivere la giusta “ricetta” per ottenere colture sempre più sostenibili dal punto di vista qualitativo, economico ed ambientale.