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L’AMBIENTE NON SIA TEMA FACOLTATIVO

Feb 4, 2022

Ci risiamo! Fino a quando le grandi e potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria hanno l’ultima parola in casa nostra, ogni prodotto frutto dalla intenzionale buona volontà dello stesso Dicastero Agricolo si impantanato  Bruxelles. 

In campo ci sono i big come il WWF, Slow Food Italia, Greenpeace supportate da non meno di una ventina di organizzazioni impegnate nel campo del  biologico e non solo. Anche il mondo dei consumatori è in fermento in uno a diverse associazioni agricole. 

Nel mirino il  Ministero delle politiche agricole, alimentari con competenza anche nel campo della forestazione. 

Bersaglio: il Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 trasmesso lo scorso dicembre  a Bruxelles. Il capo d’accusa: “la sostenibilità e le pratiche Ambientali”. Si teme, a ragion veduta, che la transizione ecologica resti, come in passato, una bellissima enunciazione. Dal canto suo il Ministro sta enfatizzando i suoi propositi che, francamente, trattano solo l’aspetto della distribuzione del pane e dei pesci. Comunque al di là dell’ottimismo ostentato dai ministeriali e da alcune congreghe di parrocchia, il Piano resta una meteora da snocciolare al momento dell’attuazione.

Le carenze sono evidenziate come di seguito e riguardano soprattutto la parte in cui il PSN mostra il fianco in ordine alla conservazione dell’ambiente naturale. Per opportuna conoscenza a seguire alcuni punti inderogabili che non vengono chiaramente affrontati:

– Ripristino e tutela della biodiversità naturale e degli elementi paesaggistici;

– Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

– La zootecnica da carne va interamente ribaltata. Necessita di un programma mirato per i reflui inquinanti e per scaturire i residui organici.

Pur con l’ottimismo necessario se il Piano non viene modificato, di “Green Deal” nel Belpaese si leggerà solo sulle riviste che riporteranno le fantasie di coloro che pubblicano i dati.