“Elimina l’inquinamento della plastica”: è lo slogan-appello della Giornata mondiale dell’Ambiente 2023, istituita dalle Nazioni Unite 50 anni fa, il 5 giugno 1973. Tre le parole d’ordine: riciclo, riuso e riduzione.
La plastica è ovunque: nel suolo, nei mari, nei fiumi, nei laghi, nell’aria, nel cibo. Se da un lato porta benefici all’umanità, dall’altro, il suo impatto su ogni essere vivente e habitat è sempre più devastante.
La produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.
Alcuni prodotti sono stati costruiti per durare solo pochi minuti come ad esempio le buste di plastica per la spesa, ma sono destinati a durare nell’ambiente per centinaia di anni.
Ogni anno l’umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica. Di questi, meno del 10% viene riciclato, ricorda l’Onu aggiungendo che si stima che ogni anno 19-23 milioni di tonnellate finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari.
Il prezzo che stiamo pagando per questo diffuso uso della plastica è l’inquinamento in tutti i mari del mondo e, scoperto solo negli anni recenti, gli effetti delle microplastiche nelle catene alimentari, fino all’uomo.
La Giornata mondiale dell’ambiente 2023 ricorda che le azioni delle persone sull’inquinamento da plastica sono importanti. E per farlo non servono grandi gesti, ma alcune semplici attenzioni che riguardano la nostra vita quotidiana: il modo in cui mangiamo, viviamo, lavoriamo, ci muoviamo e investiamo.
Basta poco per fare la differenza e combattere il cambiamento climatico che ogni giorno minaccia sempre di più la nostra generazione e quelle future.