Istituita dall’ONU il 17 dicembre del 1999, con la risoluzione n. 54/134, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si celebra il 25 novembre in tutto il mondo.
Perché proprio questa data. Siamo nella Repubblica Domenicana nel 1960, anno in cui vigeva la dittatura di Trujillo. Tre donne, esattamente tre sorelle, ebbero una fine atroce perché considerate rivoluzionarie. Dopo atroci torture e sofferenze, vennero uccise e gettate in un burrone. L’assassinio venne nascosto dietro la menzogna che le tre donne furono vittime di un incidente.
1993: la dichiarazione ONU sull’eliminazione della violenza contro le donne: “qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”.
Con questa dichiarazione vogliamo unire le parole del Presidente Sergio Mattarella, che in occasione di questa giornata ha affermato: “La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali. Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà”
Non bastano pene severe agli autori di violenza contro le donne. Scuola e famiglia devono essere protagoniste. La cultura dell’uguaglianza è l’arma che in futuro potrebbe sconfiggere questa piaga ignobile.