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GIOVANI E POVERTÀ

Mag 6, 2022

Recenti ricerche hanno sottolineato drammaticamente la non facile situazione in cui la generazione più giovane si sta trovando.

Il nostro Paese sembra essere refrattario ad accogliere le istanze delle nuove generazioni e questa condizione risulta ulteriormente penalizzata dagli effetti delle crisi che hanno investito l’Italia.

Aumentano, infatti, i giovani NEET, 15-29 anni di età, che non lavorano, né studiano, né sono impegnati in processi formativi, al primo posto in Europa.

Sono più sedentari con conseguente aumento dei livelli di sovrappeso, particolarmente nel Mezzogiorno dove interessa il 50% della popolazione. Aumentano inoltre fumatori e consumatori di alcool, nel quadro di un generale invecchiamento della nostra popolazione.

Maggiore è il livello di istruzione e più corrispondono comportamenti salutari di vita, a bassi titoli di studio invece, corrispondono maggiore sedentarietà ed eccesso di peso corporeo.

L’istruzione è anche un veicolo di miglioramento della qualità della vita, l’Italia è con 16 punti in meno della media europea e con le Regioni meridionali sotto la media nazionale per diplomati al 2021, allora si spiega anche l’approfondimento del divario Nord-Sud.

Si evidenzia, inoltre, che chi ha sperimentato la povertà da bambino continuerà ad essere povero anche da adulto.

Le politiche sociali possono far molto per invertire questa tendenza, migliorando i servizi educativi per la prima infanzia, nell’offerta di asili nido, ma anche servizi educativi di accompagnamento, non necessariamente pubblici, anche affiancandovi organizzazioni del Terzo settore.

Foto di Craig Adderley da Pexels