Il bonus, introdotto dal Governo Draghi, prende il via a novembre, interessando una platea di più o meno 22 milioni di persone.
Nel decreto aiuti ter approvato dal consiglio dei ministri il governo Draghi ha stanziato circa 3,2 miliardi per il bonus da 150 euro.
L’indennità spetta una sola volta, non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito ai fini fiscali e previdenziali.
Per quanto riguarda i pensionati, il bonus viene corrisposto, automaticamente a novembre, dall’Inps, Inpgi o Casse professionali.
I requisiti per averlo sono:
- essere residenti in Italia;
- essere titolari di: uno o più trattamenti pensionistici (di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti)
- essere titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione e di reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi, non superiore per il 2021 a 20mila euro.
Inoltre, con il decreto aiuti bis, ad ottobre si parte con l’anticipo del meccanismo di adeguamento dell’importo all’andamento dei prezzi.
Considerando l’inflazione, il governo Draghi ha individuato una percentuale parziale e provvisoria del 2% da applicare sugli assegni da ottobre a dicembre 2022.
La misura riguarda solole pensioni che non superano i 35 mila euro l’anno, ossia con un mensile lordo inferiore a 2.692 euro. Per questa tipologia di pensionati ci sarà un aumento del 2% sul cedolino.
Gli aiuti non sono comunque sufficienti a far fronte all’aumento dei prezzi che dilaga su tutti quei beni irrinunciabili o di prima necessità. I bonus, una tantum, non possono sostituire un importo pensionistico che consenta a un cittadino di vivere con dignità.