Oggi e fino al 20 maggio, si svolge ad Abidjan (Costa d’Avorio) la riunione biennale delle delegazioni di 197 Paesi firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione ed agli Effetti della Siccità – UNCCD. L’Italia è firmataria della UNCCD dal 1994.
La Cop15 arriva stranamente e non a caso, passati solo pochi giorni dalla pubblicazione di un rapporto: il Global Land Outlook dell’Onu, sullo sfruttamento del suolo che a causa degli effetti del cambiamento climatico e delle attività antropiche è più che mai sotto stress.
Secondo quanto riporta il report, l’uomo ha provocato danni al 40% della superficie terrestre, e l’1% delle aziende agricole tiene in mano il 70% delle terre coltivabili della Terra.
Le conseguenze della desertificazione sono numerose: l’acqua manca e gli approvvigionamenti alimentari scarseggiano, per non parlare delle migrazioni forzate, della perdita di biodiversità e delle crisi economiche che si attestano sui 15.000 miliardi di dollari (per la Banca mondiale).
“Qui non si tratta più di correre ai ripari, ma bisogna cambiare passo, mandando a casa questi “suggestivi” soggetti che con i denti mordono il pane e dagli occhi fanno cadere lacrime.
Intanto sul pianeta si muore ancora di fame.