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DIVARIO RETRIBUTIVO TRA I GENERI: LA UE CAMBIA LE REGOLE

Apr 5, 2023

Approvate in via definitiva dal Parlamento giovedì 30 marzo, con 427 voti favorevoli, 79 contrari e 76 astensioni, le nuove regole mirano a contrastare il divario retributivo tra i generi, o detto in inglese gender pay gap.

Nell’Unione Europea, le donne, a parità di mansioni, guadagnano il 13% in meno degli uomini.

Kira Marie Peter-Hansen della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, del Parlamento Europeo, ha dichiarato: “Questa legislazione chiarisce in modo inequivocabile che nell’Unione europea non accettiamo alcun tipo di discriminazione retributiva di genere. Storicamente, il lavoro delle donne è stato sottovalutato e sottopagato. Con questa direttiva facciamo un passo importante per garantire la parità di retribuzione per un lavoro di pari valore. Sono molto orgogliosa che il Parlamento sia riuscito ad ampliare il campo di applicazione, a rafforzare il ruolo delle parti sociali e a garantire solidi diritti individuali e collettivi.”

Le nuove regole prevedono:

Fine del segreto salariale: i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro. Il segreto salariale sarà vietato. Le norme stabiliscono infatti che i lavoratori e i loro rappresentanti abbiano il diritto di ricevere informazioni chiare ed esaurienti sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere.

Sanzioni dissuasive, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. I Paesi UE dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento.

Obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al 5%. Qualora la dichiarazione obbligatoria sulle retribuzioni di un’azienda o dell’amministrazione pubblica evidenzia un divario di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione delle retribuzioni in cooperazione con i rappresentanti dei loro dipendenti.

Le nuove norme impongono che le retribuzioni siano basate su criteri neutrali rispetto al genere. Oltre alle retribuzioni, anche gli avvisi di posto vacante, la denominazione delle posizioni lavorative e i processi di assunzione dovranno essere assolutamente non discriminatori.

Via Twitter Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, ha commentato: “Sono finiti i giorni in cui le persone venivano pagate meno solo per quello che erano Oggi abbiamo fatto un salto di qualità verso l’uguaglianza, soprattutto per le donne, vincolando il principio della parità di retribuzione alla parità di lavoro. Un passo inclusivo a vantaggio di tutti: dipendenti, datori di lavoro e le nostre società”.