Un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi con un elevato numero di temperature record e un aumento persistente delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera.
Secondo il rapporto annuale C3S Global Climate 2022, basato sui dati rilevati dal sistema satellitare Copernicus dell’Unione Europea, l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai registrata in Europa e la terza più calda su scala globale.
Complessivamente, il 2022 è stato il secondo anno più caldo in Europa (in alcuni Paesi come l’Italia il più rovente in assoluto), mentre a livello globale è stato il quinto anno più caldo secondo il set di dati Era5.
La concentrazione media dell’anidride carbonica nell’atmosfera nel 2022 è stata di 417 ppm (parti per milione), 2,1 ppm in più rispetto all’anno precedente. La concentrazione media del metano è arrivata a 1894 ppb (parti per miliardo), superiori di 12 ppb rispetto al 2021. Per entrambi i gas si tratta delle concentrazioni più alte registrate dai satelliti, e dei livelli più alti da oltre 2 milioni di anni per l’anidride carbonica, e da oltre 800.000 anni per il metano.
Ondate di calore prolungate e intense hanno colpito l’Europa occidentale e settentrionale e il persistere di bassi livelli di precipitazioni, combinato con temperature elevate e altri fattori, ha portato a condizioni di siccità diffuse.
Gli scienziati avvertono che per evitare di raggiungere il punto di non ritorno, il riscaldamento globale in questo secolo dovrebbe essere limitato a 1,5°C rispetto ai valori preindustriali, come concordato alla Cop26 di Glasgow.
Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, osserva che“Il 2022 è stato un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del surriscaldamento del nostro pianeta. I dati del Climate Highlights 2022 di C3S dimostrano chiaramente che per evitare conseguenze peggiori la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di carbonio e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici”.