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IL LAVORO MINORILE E’ IN AUMENTO

Mar 2, 2022

Per contrastare il fenomeno dello sfruttamento minorile e del lavoro forzato, la Commissione Europea ha deciso di vietare i prodotti che ne derivano, dal mercato Ue.

Sono impiegati nel lavoro forzato circa 25 milioni di persone al mondo e la piaga del lavoro minorile sale di unità e coinvolge 160 milioni di bambini in tutto il pianeta. L’agricoltura è quel settore che vede la presenza di gran parte dei lavoratori minorenni. I bambini coinvolti vanno dai 5 ai 17 anni e sono impiegati anche in lavori pericolosi con l’utilizzo di sostanze tossiche o strumenti altamente lesivi per la loro salute.

Non solo, a causa delle conseguenze dell’epidemia da Covid-19, si stima che questi numeri siano in crescita. L’Unicef insieme all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha condotto un nuovo studio che mostra come la crisi economica post pandemia potrebbe portare al primo incremento del fenomeno, dopo 20 anni di progressi, rivelando che i bambini già coinvolti potrebbero subire forme e condizioni di lavoro ancora peggiori a quelle cui sono già sottoposti.

Nel mondo durante il lockdown, molte famiglie hanno perso il lavoro e per tirare avanti hanno dovuto mandare i figli minorenni a lavorare in condizioni di sfruttamento, negandogli purtroppo la scuola che non possono più permettersi di pagare.

Sempre secondo lo studio, le bambine e le ragazze potrebbero essere particolarmente vulnerabili allo sfruttamento sia in agricoltura che nei lavori domestici. 

L’Unione Europea, inoltre, promette di consolidare in un raggio più ampio, le sue azioni “basandosi sui quattro elementi del concetto universale del lavoro dignitoso sviluppato dall’Organizzazione internazionale del lavoro e integrato negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite:

1) la promozione dell’occupazione;

2) le norme e i diritti sul lavoro, tra cui l’eliminazione del lavoro forzato e del lavoro minorile;

3) la protezione sociale;

4) il dialogo sociale e il tripartitismo. La parità di genere e la non discriminazione sono questioni trasversali in questi obiettivi”.

Le misure per arginare questo fenomeno potrebbero esser svariate, tra le quali aumentare gli investimenti nello sviluppo agricolo e tutela dei lavoratori per un mestiere dignitoso, controlli sul campo e verifiche del rispetto di tutte le norme, azzeramento delle tasse scolastiche per determinate fasce di popolazione.

Il lavoro forzato e lo sfruttamento minorile sono i vagoni di un treno che si chiama povertà. Bisogna intervenire ed interrompere questo circolo vizioso che toglie diritti e dignità a grandi e bambini e mette in pericolo le loro vite.

Che le misure adottate dall’Unione Europea siano efficaci ancora non lo sappiamo, ma vietare il commercio di beni, soprattutto alimentari derivanti dallo sfruttamento minorile, all’interno del mercato dell’Unione Europea, potrebbe essere una delle strade per arginare, in parte, questo fenomeno.