Dopo la recente vicenda della ragazza iraniana vittima solo per essersi lasciata sfuggire una ciocca di capelli dal velo, le piazze si sono gremite di giovani, ragazzi e ragazze che hanno manifestato contro il regime. Per Iran Human Rights le vittime causate dalla repressione sarebbero almeno 154 compresi 9 bambini.
Con l’inizio dell’anno accademico le proteste e le manifestazioni si sono spostate nelle università del paese, per esprimere la propria rabbia di decenni di repressione e ingiustizie.
Queste notizie fanno il giro della rete, passando da una città a un’altra. Si creano moti spontanei di protesta. Seguendo l’esempio delle ragazze iraniane, che in segno di denuncia si tagliano pubblicamente una o più ciocche dei loro capelli.
Nel mentre le richieste di aiuto e solidarietà occupano la rete, rimbalzando da uno stato all’altro, attraverso tutti gli strumenti che ad oggi sono possibili, cercando altri moti spontanei di protesta e riempiendo le piazze.
Dopo l’esempio delle ragazze iraniane che come segno di protesta si tagliano i capelli pubblicamente, anche nel resto del mondo molte donne hanno seguito l’esempio delle donne iraniane e fra loro anche molti personaggi noti.
Le giovani iraniane gridano: “Vogliamo urlare per i nostri diritti, vogliamo un cambiamento reale, vogliamo una democrazia reale, in cui poter scegliere e dove poter avere il diritto di manifestare”. Oggi in Iran questo non è possibile con tutti i limiti della condizione femminile.
Sappiamo senza dubbio che alla fine degli anni 70 si sia verificata una drammatica regressione, come è accaduta ad altri paesi. Le ragazze erano libere, potevano frequentare la scuola e l’università, indossare abiti occidentali e portare i capelli alla moda. Queste novità sarebbero da estendere anche a tutte le donne iraniane. Invece si è verificato l’opposto: le donne iraniane hanno perso ogni diritto, compreso quello della autodeterminazione e sono tutte diventate vittime di continui soprusi.
Per loro si tratta di una lotta per le libertà civili, sociali, economiche e democratiche che il regime reprime.
Non c’è libertà di espressione né di stampa. In altre parole, la repressione è totale.