Il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici prodotto dall’IPCC raccomanda di agire subito per evitare un inasprimento della crisi climatica.
Il rapporto può essere considerato l’ultima chiamata all’umanità per intraprendere misure decisive per salvare il pianeta. La prossima valutazione globale dell’IPCC delle Nazioni unite, si concluderà infatti attorno al 2030, quando avremo già preso le decisioni che determineranno se limiteremo il riscaldamento globale alla soglia “di sicurezza” di +1,5 °C o se sorpasseremo questo limite (e di quanto).
L’umanità raggiungerà una soglia limite di riscaldamento globale entro una manciata di anni e l’azione climatica per ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera è urgente come mai prima d’ora: la buona notizia è che disponiamo già di tutte le soluzioni politiche, economiche e tecnologiche per riuscire in questa sfida.
Considerato il continuo aumento delle emissioni di gas serra è molto probabile che le temperature medie globali arrivino a oltrepassare i +1,5 °C dall’era preindustriale già entro la prima metà del decennio 2030. Questo valore è stato indicato negli Accordi di Parigi come il punto oltre il quale l’impatto dei cambiamenti climatici sull’umanità diventerà sempre più difficile da gestire e gli effetti della crisi climatica saranno irreversibili.
Si è molto lontani dagli obiettivi di riduzione delle emissioni già indicati dai rapporti precedenti ed è evidente che gli impegni climatici presi finora non sono sufficienti. Secondo l’IPCC è necessario lavorare urgentemente per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e arrivare a emissioni nette zero (una situazione di bilanciamento in cui non si emettono più gas serra di quanti se ne sequestrino o compensino) entro il 2050.
Agendo in questo modo avremmo il 50% di possibilità di limitare il riscaldamento globale a +1,5 °C. Ma per riuscirci la maggior parte delle infrastrutture che si basano sull’estrazione o sull’utilizzo di combustibili fossili dovrebbero essere da subito fermate o cancellate.